Era convinto di essere gravemente ammalato e di aver ancora poco da vivere. Così prima ha tentato di farla finita buttandosi dal terrazzo del centro commerciale Milano Fiori di Assago. Poi è sceso al pian terreno, è entrato al Carrefour, si è avvicinato a uno scaffale e ha agguantato un coltello con una lama di 20 centimetri. Prima ha pensato di suicidarsi ma dopo, vedendo attorno "quelle persone felici, che stavano bene" ha cominciato a colpire a caso perché "mi facevano invidia". In un minuto ha ucciso una persona e ne ha ferite cinque (tutte fuori pericolo).
E' la confessione di Andrea Tombolini, il 46enne di Milano, accusato di omicidio e di duplice tentato omicidio, per aver dato sfogo alla sua rabbia e al suo grave disagio psichico: nel tardo pomeriggio, ora di punta per il supermercato, ha accoltellato a morte il cassiere, Luis Fernando Ruggieri, e ha colpito altri 5 clienti, tra cui il calciatore del Monza Pablo Marì ( sta "bene ed esprime la sua vicinanza" a chi non ce l'ha fatta e agli altri feriti), Franco Caddeo e Francesco Rizzini, ricoverati in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.
Giacca a vento, borsa a tracolla, lo sguardo perso tra le corsie del supermercato nel centro commerciale di Assago (Milano) in cerca del coltello con cui ha poi aggredito 6 persone, una delle quali è morta durante il trasporto in ospedale. Il Tg1 Rai delle 20 ha mostrato in esclusiva le immagini del sistema di sorveglianza del Carrefour dove il 46enne Andrea Tombolini si è scagliato contro un gruppo di clienti e dipendenti. I video mostrano l'ingresso dell'uomo alle 18.35 e coprono i successivi 7 minuti, il momento della furia fino al blocco e all'arresto da parte dei carabinieri. Inizialmente Tombolini sembra vagare tra le corsie in cerca di qualcosa finché trova lo scaffale degli utensili da cucina.
L'uomo, incensurato, che vive con madre, padre e sorella nel quartiere Stadera, licenza di terza media e disoccupato, da un anno in crisi per via di una bruttissima depressione come ha raccontato il suo medico di base, non ha mai dato segni che potessero far pensare a un gesto simile. Certo, era stato ricoverato un mese e mezzo fa per un intervento chirurgico, si era preso a pugni per la disperazione, ma, come ha spiegato il procuratore della Repubblica Marcello Viola in una conferenza stampa convocata per "l'allarme sociale e il turbamento generato nella collettività" da quanto accaduto, "avvisaglie non ce ne sono state", Viola, con l'aggiunto Laura Pedio, e con il generale Iacopo Mannucci Benincasa, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, ha voluto esprimere la "solidarietà nei confronti delle vittime e dei loro famigliari" E, poi, anche "l'apprezzamento per il senso civico dei cittadini" che ieri sono intervenuti "dando una mano ai militari che in pochi istanti sono riusciti a bloccare l'uomo" nonostante "la confusione e il grande parapiglia" in quanto il supermercato a quell'ora era "particolarmente affollato. Le vittime potevano essere di più", ha osservato.
Mannucci Benicansa, in base alle indagini coordinate dal pm Paolo Storari, ha spiegato che dalle immagini delle telecamere e dalle tracce a terra, Tombolini, arrivato in bici al centro commerciale di Assago, è entrato nel punto vendita della catena della grande distribuzione alle 18.45, e dopo aver vagato tra le corsie "come se cercasse qualcosa" , si è fermato davanti allo scaffale dei coltelli, come si vede dalle telecamere di sorveglianza. "Ne estrae uno da un kit, forse il più grande e da quel momento tutto si conclude in un minuto. Alle 18.43 siamo davanti alle casse, con grida e feriti a terra". Lì viene disarmato da un impiegato e da altri clienti tra cui Massimo Tarantino, ex giocatore dell'Inter.
Un gesto "imprevedibile", non premeditato, che fin da subito ha fatto escludere qualsiasi movente terroristico. "Aveva l'ossessione di avere una malattia - ha precisato Pedio - e su insistenza della famiglia era stata fissata una visita psichiatrica per i primi di novembre" per via dei suoi problemi. Problemi, per cui prendeva psicofarmaci ma "senza abusarne" e che lo hanno al massimo portato a "rompere qualcosa a casa o a buttare a terra le biciclette" in sharing parcheggiate sui marciapiedi della città. "Era inserito in una struttura familiare", ha detto ancora il magistrato escludendo vivesse in "una situazione di degrado".
Ora la parola passa al gip che oggi ha interrogato l'uomo nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Paolo e dove il pm Paolo Storari, nel chiedere la conferma dell'arresto e l'applicazione della misura cautelare della custodia in un luogo di cura, vorrebbe rimanesse in attesa di una perizia che accerti il suo stato di salute e i suoi problemi psichici. Intanto è arrivato l'invito alla direzione di Carrefour Italia di togliere i coltelli dai loro punti vendita per evitare eventuali gesti emulativi. ).
Il difensore spagnolo del Monza
"Dopo il difficile momento che abbiamo vissuto ieri, io e la mia famiglia vogliamo comunicare che, fortunatamente, stiamo bene e vogliamo ringraziare per i tanti messaggi di affetto e sostegno che stiamo ricevendo". Pablo Marì, il difensore spagnolo del Monza accoltellato in un centro commerciale di Assago, rassicura tutti con questo post su Instagram. "Siamo vicini ai familiari e agli amici della vittima a cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze. Auguriamo una pronta guarigione anche alle altre persone ferite", aggiunge il calciatore fotografato nel letto d'ospedale con il pollice all'insù e, accanto, la moglie Veronica. E' stato operato ai muscoli della schiena all'ospedale Niguarda, dove è ricoverato da ieri sera, il difensore del Monza Pablo Marì, accoltellato al supermercato Carrefour di un centro commerciale di Assago, nell'hinterland di Milano. Marì resterà in osservazione per due o tre giorni prima delle dimissioni. Per il ritorno in campo ci vorranno almeno due mesi."La squadra è sotto choc, abbiamo chiesto alla Lega il rinvio della partita con il Bologna di lunedì". Così l'amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, lasciando l'ospedale Niguarda dove questa mattina è stato operato alla schiena Pablò Marì. "Abbiamo uno spogliatoio coeso, unito, dove tutti sono amici - aggiunge - ieri sera piangevano tutti. Pessina ha pianto per mezzora...".
Le testimonianze
"Ora che siamo lontane siamo più tranquille ma eravamo veramente terrorizzate, non capivamo cosa succedeva, vedevamo gente scappare in lacrime - ha raccontato all'ANSA una ragazza che si trovava nel centro commerciale al momento dell'aggressione -. Mi è rimasta molto impressa una ragazza che piangeva, completamente sotto shock". Una scena da film americano, raccontano altri. "Eravamo al bar e pensavamo si trattasse di uno scippo perché abbiamo visto dei ragazzi e una signora correre, poi abbiamo visto sempre più gente con facce sconvolte e abbiamo capito che era successo qualcosa di grave", aggiunge un'altra ragazza che era nel bar del centro commerciale quando il 46enne si scagliava contro i passanti. "A un certo punto - continua la testimone - ha iniziato a parlare di pistole quindi molto gentilmente, mentre tirava giù la serranda, ci ha nascoste perché nemmeno lei capiva cosa stava succedendo. Siamo rimaste nel retro del bar mentre vedevamo anche il resto della ristorazione chiudere nascondendo le persone dentro. Poi dopo circa 5 minuti è arrivata una commessa del Carrefour che aveva assistito alla prima aggressione, non parlava di armi ma solo di un pazzo. Era sconvolta e la ragazza del bar l'ha soccorsa".
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