Ora buca, supplente in aula per controllare i ragazzi, dai quali parte la proposta: "Prof, guardiamo un film?". Il docente ha dato il suo ok e ha lasciato ai ragazzi la libertà di vedere la pellicola che desideravano. Hanno scelto uno splatter uscito il 13 ottobre scorso, vietato ai minori di 18 anni, 'Terrifier', una pellicola del 2016 particolarmente dura e violenta, perfettamente incardinata sul modello dei film anni Ottanta, che ha come protagonista Art the clown, un clown omicida seriale.
Risultato: di fronte allo slasher movie del regista Damien Leone, fitto di scene di squartamenti, sangue e omicidi cruenti in serie, molti degli alunni si sono sentiti male. Qualcuno ha risolto uscendo dall'aula o girandosi dall'altra parte, altri hanno lamentato nausea. E la proiezione è stata interrotta. Troppo tardi, però, perchè non esplodesse la polemica. E' successo nei giorni scorsi in una terza di una scuola media di Cremona e ora, inevitabilmente, monta la rabbia dei genitori. Con alcuni che hanno scritto al dirigente scolastico chiedendo spiegazioni. E domandando come fosse stato possibile consentire la visione di un film di quel tipo, intuibilmente in grado di urtare la sensibilità di alunni che, almeno in larga parte, anche solo per l'età che hanno sono facilmente impressionabili e impreparati a gestire quel tipo di emozione. Il dirigente ha preferito non commentare, limitandosi a spiegare che l'amministrazione scolastica "ha agito nelle modalità previste" e ha organizzato un confronto tra genitori, docente e studenti.
Sul caso è intervenuto anche Giovanni Schintu, gestore del Filo, uno dei cinema-teatro del capoluogo lombardo. «Lascia davvero senza parole — ha commentato — la superficialità con la quale il docente ha acconsentito alla visione del film senza nemmeno informarsi sulla tipologia, lasciando poi agli studenti stessi la scelta ultima di cosa vedere. E questo lascia intendere come il cinema purtroppo e troppo spesso sia ritenuto da molti un banale momento di intrattenimento. Sconcerta, in particolare, che in barba a qualsiasi normativa sia stato fatto vedere un film che non risponde assolutamente al concetto di visione per uso scolastico". La conclusione di Schintu: "Questa vicenda dimostra, al di là del caso specifico, come la visione di un film, qualsiasi esso sia, fatta al di fuori di qualsiasi contesto, non presentata nel giusto modo e non contestualizzata, può solo causare malumori e danni. In questo caso, purtroppo, anche psicologici".
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