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Il compagno di Sharon dopo l'interrogatorio: 'Non credo di essere stato di aiuto'

Il compagno di Sharon dopo l'interrogatorio: 'Non credo di essere stato di aiuto'

Ascoltato per cinque ore dai carabinieri

BERGAMO, 14 agosto 2024, 10:01

di Giuseppe Salvi

ANSACheck
Sergio Ruocco con i genitori di Sharon Verzeni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Ruocco con i genitori di Sharon Verzeni - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro". Così Sergio Ruocco, il fidanzato di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, mentre camminava da sola di sera in via Castegnate a Terno d'Isola, ha riassunto al Corriere della Sera quanto detto ieri ai carabinieri di Bergamo, in un interrogatorio durato cinque ore.
Con i carabinieri del Nucleo investigativo e del Ros, assente il pm Emanuele Marchisio, Ruocco - 37 anni - ha ripercorso anche le ore precedenti al delitto: "Ma non ho potuto fare altro che ripetere quello che avevo già detto".  

Il compagno di Sharon interrogato per cinque ore dai carabinieri

I carabinieri di Bergamo hanno convocato di nuovo in caserma per interrogarlo come persona informata sui fatti Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni, di professione barista, uccisa con quattro coltellate due settimane fa, la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, mentre camminava da sola di sera in via Castegnate a Terno d'Isola, il paese della Bergamasca dove viveva. Rucco è stato ascoltato per cinque ore, e alla fine ha lasciato la caserma di via delle Valli senza parlare con i cronisti.

L'uomo, idraulico di 38 anni, era già stato sentito nelle ore immediatamente successive all'omicidio, anche perché le attenzioni degli investigatori si erano concentrate - com'è naturale in casi del genere - proprio su di lui: aveva raccontato ai carabinieri di Bergamo e al sostituto procuratore titolare del caso, Emanuele Marchisio (oggi è stato invece sentito soltanto dai militari dell'Arma), che quando Sharon era uscita dalla loro casa per fare la sua consueta passeggiata serale, consigliatale dalla dietologa, era andato a letto perché si sarebbe poi alzato presto la mattina dopo. Alibi confermato anche dalle immagini delle telecamere di due abitazioni vicine, che non avevano ripreso nessun altro uscire dalla loro casa dopo Sharon, né dal cancello anteriore e neppure dalla parte posteriore della recinzione.

Per la nuova convocazione al comando provinciale di via delle Valli a Bergamo, il compagno di Sharon è giunto nel primo pomeriggio accompagnato dal padre. Nulla di inatteso, per la verità: si era già ipotizzato che Ruocco sarebbe stato risentito perché le indagini sull'omicidio non hanno portato per ora a nessuna svolta. Non è però chiaro se questa nuova convocazione rientri appunto in questi sviluppi già programmati dell'indagine o se siano emersi nuovi elementi, magari trapelati da altri e nuovi interrogatori.

I carabinieri di Bergamo e Zogno hanno iniziato a sentire uno a uno tutti i residenti della zona di via Castegnate, alla ricerca di qualche appiglio e di qualche testimonianza che possa rivelarsi utile in un'indagine piuttosto difficile e che vede gli inquirenti trincerati dietro il massimo riserbo. Riserbo mantenuto anche in merito all'interrogatorio di oggi: Ruocco si è presentato senza avvocato (per essere sentiti come persone informate sui fatti non è infatti necessario avere il supporto di un legale). Accanto a questi accertamenti 'tradizionali' proseguono anche le indagini tecniche: i carabinieri del Ros stanno analizzando oltre cento ore di filmati delle telecamere di Terno d'Isola e dei paesi circostanti, mentre i loro colleghi del Ris di Parma si stanno occupando degli accertamenti scientifici sugli abiti di Sharon, su alcuni campioni prelevati durante l'autopsia e su alcuni coltelli trovati nella zona nei giorni successivi al delitto, alla ricerca del Dna dell'assassino.

Dal giorno dopo il delitto Ruocco si è di fatto trasferito a Bottanuco a casa dei genitori di Sharon, dove è rimasto a vivere, anche perché la casa dove la coppia abitava da tre anni è sotto sequestro.I rapporti tra l'uomo e i suoceri sono sempre stati ottimali. Lo stesso Ruocco aveva raccontato alla stampa di aver saputo che Sharon era stata accoltellata ed era morta soltanto alle 16 del giorno dopo l'omicidio, dunque esattamente due settimane fa, martedì 30 luglio, quando era uscito dalla caserma dei carabinieri: la donna era infatti morta all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la mattina dopo l'aggressione, per le conseguenze delle coltellate (tre su quattro si erano rivelate letali). Proprio la profondità dei fendenti aveva spinto gli inquirenti a ipotizzare che il killer volesse uccidere proprio Sharon: ma, a distanza di due settimane, dalla vita della barista non è emerso neppure uno straccio di possibile movente che possa aver spinto qualcuno ad agire con tanta efferatezza.

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