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Condannato a 17 anni un presunto 'ras della droga' a Milano

Condannato a 17 anni un presunto 'ras della droga' a Milano

Sentenza nel processo abbreviato a 'Nazza' Calajò e altri

MILANO, 23 settembre 2024, 13:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato condannato a 17 anni e 9 mesi di reclusione Nazzareno Calajò, detto "Nazza", presunto "ras della droga" alla Barona, storico quartiere popolare nella zona sud di Milano, e che era tra le 30 persone che furono fermate o arrestate nel maggio 2023 in una maxi inchiesta.
    Indagine della Dda milanese e del Ros dei carabinieri, nata da accertamenti su un traffico di stupefacenti dentro il carcere di Opera, che aveva smantellato sette gruppi, che controllavano una serie di "piazze di spaccio" di hashish, marijuana e cocaina tra Milano e l'hinterland.
    La sentenza, con rito abbreviato e a carico di una decina di imputati, è stata emessa dalla gup di Milano Alessandra Di Fazio, a seguito delle indagini dei pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco. A 16 anni e 2 mesi è stato condannato anche Luca Calajò, nipote di Nazzareno, mentre a 9 anni il figlio di quest'ultimo, Andrea, la cui posizione è stata riqualificata da "organizzatore" a "partecipe" dell'associazione. La Procura aveva chiesto per i tre condanne a 20 anni. Agli imputati sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.
    La giudice, come emerso dal dispositivo e chiarito dalle difesa, ha riconosciuto l'esistenza non di un'unica ma di due associazioni finalizzate al traffico di droga, una capeggiata da Luca Calajò e l'altra dalla zio Nazzareno e con dentro anche il figlio. Gruppi, tra l'altro, in contrasto. L'avvocato Niccolò Vecchioni, legale di Nazzareno Calajò, ha preannunciato ricorso in appello.
    Uno degli imputati, Massimo Mazzanti, assistito dall'avvocato Robert Ranieli e che era accusato di associazione, è stato assolto. Dalle intercettazioni nell'inchiesta erano emersi anche presunti propositi dei Calajò di uccidere, sempre per contrasti nel mondo della droga, ultras delle curve di San Siro, come Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà interista freddato, la sera del 29 ottobre 2022 a Milano, con due colpi di pistola. Nessun legame, però, è mai emerso allo stato tra questa inchiesta sul narcotraffico e sui Calajò e quella ancora in corso sull'omicidio di Boiocchi.
   

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