E' stato condannato a 5 anni e sei
mesi di carcere, senza il riconoscimento delle attenuanti
generiche, Mohamed Nosair, 50 anni, egiziano e con permesso di
soggiorno, imputato con rito immediato a Monza in quanto, con un
complice, avrebbe portato avanti su gruppi online "una
consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a
favore dell'Isis", oltre che finanziamenti per donne e vedove di
combattenti jihadisti.
A deciderlo è stata la Corte d'Assise, accogliendo in
pratica la ricostruzione del pm di Milano Alessandro Gobbis che
aveva chiesto però due anni in più di reclusione. Il pubblico
ministero è il titolare dell'indagine che il 17 ottobre
dell'anno scorso aveva portato ad arrestare l'uomo, residente a
Sesto San Giovanni (elemento per cui è stata stralciata la
posizione e dichiarata la competenza dei giudici monzesi).
Assieme a lui era finito in carcere Alaa Refaei, 45 anni,
connazionale con cittadinanza italiana, condannato un paio di
settimane fa in abbreviato dal gup milanese Tiziana Landoni a 5
anni.
Come si legge nel capo di imputazione, i due, accusati di
terrorismo internazionale, avrebbero mostrato "aperto sostegno
all'Isis, veicolato dalla detenzione e dalla condivisione del
materiale propagandistico". Entrambi, invece, si sono sempre
difesi sostenendo di avere avuto solo "simpatie" per l'Isis,
quando combatteva contro Assad in Siria e in Iraq e che mai
sarebbero passati all'azione.
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