Un'isola in miniatura in grado di
fornire dati in tempo reale sull'ambiente marino. E' stata
posizionata al largo di Fano stamattina da una equipe di
studiosi e tecnici del Dipartimento di Scienze della Vita e
dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche e
dell'Istituto Irbim-Crn, la boa Fortunae. Grazie a filmati e
alle immagini acquisite dalla boa oceanografica i ricercatori
del Fano Marine Center, centro nato dalla collaborazione delle
Università di Bologna, Carlo Bo di Urbino, Politecnica delle
Marche, Cnr, Stazione Zoologica Anton Dorhn e Comune di Fano,
potranno avere un sistema di monitoraggio che fornirà parametri
ambientali fondamentali per lo studio del mare.
La boa è un esempio unico di laboratorio marino d'altura: è
posizionata a 2 miglia dalla costa, è lunga circa 6 m, di cui
2,5 immersi e ha un peso a terra di circa una tonnellata. E' un
laboratorio autonomo, che trae energia dal sole e comunica con
il mondo esterno utilizzando un router cellulare.
Equipaggiata con un set di sensori meteorologici organizzati
come una stazione meteo, permette di ottenere osservazioni meteo
proprio in mare dove in genere c'è una minor copertura
osservativa. La sensoristica immersa, consente di ottenere
misure di temperatura, salinità e ossigeno, più altri parametri
fondamentali per il monitoraggio dello stato del mare. Infine,
la boa è dotata di un sensore per la misura del moto ondoso. I
dati saranno disponibili in tempo quasi-reale, utilizzabili sia
per scopi scientifici che per chiunque svolga attività in mare.
La boa di Fano contribuirà a integrare una rete di
monitoraggio dei parametri marini, collocandosi tra altre due
boe posizionate (a Nord al largo di Rimini, a sud al largo di
Senigallia); vi è una terza ancorata al largo di Porto Recanati,
come la boa di Senigallia, gestita da Irbim-Crn di Ancona. Con
la strumentazione potranno essere elaborate serie storiche utili
ai ricercatori per comprendere come varia lo stato di salute del
mare Adriatico, in relazione ai cambiamenti climatici; i dati
saranno utilizzati per migliorare i risultati dei modelli
numerici utilizzati al fine di rappresentare impatti futuri che
le attività antropiche hanno sull'ambiente marino.
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