"Siamo molto preoccupati per quello
che sta succedendo e per quello che potrebbe succedere in
Israele: abbiamo amici e parenti laggiù". A dirlo all'ANSA è il
presidente della Comunità Ebraica delle Marche, una delle più
antiche d'Italia, Marco Ascoli Marchetti, che oggi ha
partecipato ad una riunione del comitato per la Sicurezza
presieduta dal prefetto di Ancona Darco Pellos in cui si è data
esecuzione alle disposizioni del Ministero dell'Interno dopo gli
attacchi terroristici di Hamas. E quindi sorveglianza
intensificata sui siti sensibili: le sinagoghe di Ancona,
Senigallia, Pesaro, Urbino (il comitato pesarese si è riunito
sabato pomeriggio con Ascoli Marchetti in collegamento
telefonico), l'antico cimitero ebraico di Ancona al Cardeto, uno
dei più estesi d'Euroa con circa 170 cippi, e la sezione ebraica
del cimitero di Tavernelle.
"E' importante che siano state adottate misure di sicurezza
rafforzate - aggiunge Ascoli Marchetti -, temiamo qualche gesto
inconsulto, anche se qui non ci sono stati atti di ostilità. Ma
abbiamo timore anche per le ricadute a livello internazionale".
Al momento la sinagoga di Ancona è chiusa: "abbiamo finito
ieri alcune celebrazioni - spiega Ascoli Marchetti -, la
sinagoga di Senigallia invece dovrebbe essere aperta sabato e
domenica, per le Giornate d'Autunno del Fai, insieme al ghetto
ebraico. Stiamo valutando se cancellare quella partecipazione".
Chiusa la sinagoga di Pesaro, che serve soprattutto come luogo
di riunione o sede di conferenze, ci sono meno timori per quella
di Urbino, "che si trova proprio vicino alla polizia", racconta
Ascoli Marchetti. In provincia di Pesaro Urbino sono stati
condotti anche alcuni controlli discreti in ambienti
universitari.
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