Coesione, prossimità, bene comune,
ruolo sociale dell'impresa e dell'imprenditore, aziende dotate
di anima, leadership diffusa, ma anche celebrazione del sapere
imprenditoriali, crescita e integrazione dei collaboratori. Sono
alcune delle parole chiave che il neo presidente di
Confindustria Ancona, Diego Mingarelli richiama - ripartendo
dalla lezione di Adriano Olivetti e la declinazione marchigiana
di Giorgio Fuà "che gli imprenditori delle nostre terre seppero
mettere a frutto " - aprendo l'assemblea pubblica che festeggia
gli 80 anni dell'Associazione industriali di Ancona, nell'Aula
magna della Politecnica delle Marche, alla presenza anche del
presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini.
Un'assemblea che nel titolo indica la strada della presidenza
Mingarelli: "La rotta del futuro" che affonda le sue radici nei
"pilastri delle aziende etiche, la moralità del bello e del ben
fatto richiesta dal mercato globale" e che gli fa dire
"l'azienda etica è l'azienda familiare marchigiana, che è tale
per natura più che per scelta; per destino più che per
strategia. L'azienda etica siamo noi".
L'obiettivo del capo degli industriali anconetani è guardare a
un futuro che richiama la sfida più importante in una fase
decisamente critica dell'economia marchigiana: "attrarre per
competere, competere per attrarre" perché, è convinzione di
Mingarelli, "il futuro delle nostre imprese dipende da una nuova
relazione col territorio, dalla capacità di creare un sistema
innovativo basato sul binomio olivettiano di comunità e
impresa".
Per farlo però è necessario "attrarre nuove tecnologie, nuovi
investimenti e nuove idee, creando un ambiente favorevole per le
imprese emergenti, ma anche per quelle che desiderano rimanere
competitive in un mondo che cambia. Consapevoli che la quinta
rivoluzione industriale è già in atto". Tra le priorità indicate
da Mingarelli, c'è la capacità di "rendere il nostro territorio
un luogo attraente anche per i talenti" e, in questo senso,
saper creare "le condizioni affinché i giovani possano vedere
nel nostro territorio non solo una possibilità lavorativa, ma un
ambiente stimolante, accessibile, facilmente raggiungibile,
ricco di opportunità e di crescita". E Confindustria Ancona si
candida ad essere punto di riferimento, luogo del dialogo, di
collaborazione e di progettazione di soluzione concrete
attraverso la collaborazione tra imprese, istituzioni locali,
scuole, università e centri di ricerca e di formazione è
essenziale "per far sì che le competenze richieste dal nuovo
modello produttivo siano prontamente disponibili, e per
consentire alle persone che oggi rischiano di restare indietro
di rientrare in un sistema che deve essere sempre più inclusivo,
dinamico e pronto a rinnovarsi".
Mingarelli non nasconde che "non sarà semplice il processo di
trasformazione" ma il faro è mettere a frutto l'esperienza
accumulata, "fare squadra e mettere in campo politiche
industriali che puntino sulla modernizzazione e sul rilancio di
settori e, soprattutto, filiere strategiche, con un'attenzione
particolare all'innovazione e alla sostenibilità". Per farlo, è
necessario non solo "attrarre nuove tecnologie, nuovi
investimenti e nuove idee, creando un ambiente favorevole per le
imprese emergenti, e per quelle che desiderano rimanere
competitive in un mondo che cambia" ma anche rendere il
territorio un "luogo attraente per i nuovi talenti". Soprattutto
"far tornare" i tanti giovani che hanno lasciato le Marche
creando le condizioni un ambiente stimolante, accessibile,
facilmente raggiungibile, ricco di opportunità e di crescita".
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