"L'azienda ritiri il piano
industriale o si eserciti il golden power. Il nostro Paese non
può perdere il know how che ci ha reso leader in Europa". Così
la sindaca di Fabriano (Ancona) dopo l'incontro ieri a Roma, al
Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), tra
Governo, parti sociali, istituzioni locali e i rappresentanti di
Beko Europe. Di fronte alla conferma del piano industriale da
parte di Beko, con 1.900 esuberi suddivisi tra i siti di
Fabriano, Comunanza (Ascoli Piceno), Siena a Cassinetta, "si è
levata in modo unanime la richiesta di un suo ritiro e la
presentazione al prossimo incontro di gennaio di un vero piano
industriale che preveda investimenti e tutela dell'occupazione".
"Il piano proposto da Beko e confermato al tavolo
ministeriale - ribadisce la sindaca Ghergo - è stato
unanimemente ritenuto irricevibile. Non è serio che una
multinazionale dopo pochi mesi dall'acquisizione di Whirlpool
presenti un piano di esuberi anziché di investimenti volti ad
aumentare la produzione. Bene ha fatto il Ministro Urso,
coadiuvato dalle organizzazioni sindacali e da tutte le
istituzioni locali presenti, a pretendere la presentazione di un
nuovo progetto industriale di sviluppo e tutela
dell'occupazione. In mancanza, il Ministro ha preannunciato
l'applicazione del Golden Power, con le relative sanzioni".
"Il sito produttivo di Fabriano verrebbe colpito da circa 400
licenziamenti, - sottolinea Ghergo - suddivisi tra lo
stabilimento di Melano, il centro di ricerca e sviluppo e gli
uffici amministrativi. Per il distretto fabrianese sarebbe una
catastrofe, che, unita alla chiusura di Giano Srl da parte di
Fedrigoni, avrebbe conseguenze devastanti per l'intera area.
Fabriano è stata leader europea del settore del bianco con il
gruppo Merloni, potendo contare su professionalità altamente
qualificate che, secondo il piano presentato da Beko, andrebbero
perse per sempre, non potendo essere ricollocate altrove. Il
nostro Paese non può continuare a perdere posti di lavoro e
produzioni storiche a causa delle strategie di profitto di
multinazionali straniere che vedono le nostre eccellenze come
obiettivi da conquistare".
"Dobbiamo essere consapevoli che questa vertenza non
circoscritta al distretto fabrianese - conclude - ma,
riguardando l'intera sede di Comunanza, coinvolge il destino
delle aree interne della regione Marche, e il futuro della
produzione metalmeccanica italiana. È una battaglia che
coinvolge tutti, a iniziare dalle istituzioni locali che al
Tavolo ministeriale hanno fatto sentire la forza della loro
unione. Fabriano difenderà i lavoratori e i posti di lavoro
insieme agli altri Comuni coinvolti in quella che è una sfida
che non possiamo perdere"
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