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Federagenti, lo sviluppo dei traffici passa dal Mediterraneo

"Lo spostamento a Sud dell'asse scommessa per i porti italiani"

15 marzo, 14:02
(ANSA) - GENOVA, 15 MAR - C'è una serie di fenomeni finora poco analizzati, che rende credibile per la prima volta uno spostamento verso il Mediterraneo dell'asse di gravitazione dei traffici europei, che aprirebbe all'Italia e alla sua portualità nuovi orizzonti, anche se la partita è tutta da giocare.

Federagenti, la federazione degli agenti marittimi guidata da Alssandro Santi, ha acceso i riflettori, con l'assembea di questa mattina a Roma, sulla costa sud del Mediterraneo con un'analisi realizzata dal Centro di analisi e consulenza strategica Giuseppe Bono che racconta cosa sta succedendo in Marocco, Egitto e Turchia, i progetti già realizzati e gli investimenti in corso, che potrebbero spostare appunto a sud la rotta dei traffici.

"L'Italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo" ha detto il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci in apertura dei lavori sottolineando che "L'Italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo". Ad aprire nuove prospettive non è tanto la flessione dei traffici del Nord Europa, quanto l'attivismo industriale, logistico e commerciale dei Paesi dell'area Medio Oriente e Nord Africa "a contrassegnare un momento di trasformazione probabilmente epocale, innescato dal Covid, dal tracollo della globalizzazione e sfociato in un fenomeno di reshoring di attività industriali che Paesi come il Marocco o l'Egitto stanno sfruttando con una velocità di reazione che non ha precedenti" spiega una nota di Federagenti. Per i porti italiani è l'occasione da cogliere per lo sviluppo futuro, con la consapevolezza che ci sono due ostacoli: "da un lato, una Unione europea che persevera nella sua impostazione nord centrica, dall'altro la lentezza e farraginosità di un sistema burocratico e decisionale che non si concilia con lo sviluppo in atto nella sponda Sud". Ma lo studio presentato da Massimo Ponzellini, presidente e a.d. del Centro Giuseppe Bono, tutte le potenzialità, partire dalla rapidità con cui in Nord Africa si sta investendo su nuove infrastrutture destinate a radicare attività industriali in zone franche efficienti, traffici e produzione di energia verde. (ANSA).

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