Armi chimiche: Legambiente,4 mila bombe iprite in mare Pesaro
84 tonnellate testate all'arsenico seconda guerra mondiale
21 febbraio, 16:22(ANSA) - PESARO, 21 FEB - Tra i siti inquinati dalle armi belliche figura come si sa anche Pesaro, con 4.300 bombe all'iprite e 84 tonnellate di testate all'arsenico dimenticate in mare. Questi arsenali, prodotti dall'industria bellica italiana dagli anni Venti fino alla seconda guerra mondiale e coperti per anni dal segreto di Stato, continuano a rilasciare sostante tossiche che da oltre 80 anni causano gravi danni all'ecosistema del Paese e alla salute delle popolazioni locali.
"Un'eredità che nessuno vorrebbe aver ricevuto" commentano Luigino Quarchioni e Enzo Frulla, presidente di Legambiente Marche e presidente del circolo Legambiente di Pesaro. "Una ferita aperta per tutto il territorio, non solo per l'impatto ambientale ma anche per il turismo e l'economia delle Marche. Ci appelliamo a tutte le istituzioni che hanno competenze in materia perché si proceda con la bonifica e il risanamento di quest'area".
Legambiente, insieme al Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche, ha presentato a Roma il dossier "Armi chimiche: Un'eredità ancora pericolosa". "Si tratta di cimiteri chimici che rilasciano sostanze killer dannosissime come arsenico, iprite, lewsite, fosgene e difosgene, acido cloro solfonico e cloropicerina ha spiegato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente. Nel luglio scorso l'Arpa Marche ha avviato la prima campagna di monitoraggio sui sedimenti marini senza riscontrare valori al di sopra delle soglie stabilite.
Legambiente e il Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche auspicano che venga costituita una Commissione permanente d'indagine composta da Arpam e Università di Urbino, per fare un monitoraggio costante nel tempo e intraprendere le eventuali azioni di bonifica.(ANSA).