Fincantieri: piano 2.551 esuberi, stop 2 cantieri e mezzo
Per sindacati inaccettabile, scatta sciopero
23 maggio, 23:49(ANSA) - ROMA, 23 MAG - La chiusura di due cantieri, piu' il ridimensionamento di un terzo stabilimento e 2.551 esuberi. Sono questi i numeri del Piano industriale 2010-2014 predisposto da Fincantieri per far fronte alla crisi che ha colpito il settore navalmeccanico. Un ridimensionamento ''inaccettabile'' per i sindacati che hanno chiesto l'intervento del Governo e annunciato un pacchetto di 8 ore di sciopero da utilizzare entro il 6 giugno, la data in cui sono state riconvocate le parti.
L'azienda tuttavia rassicura che ''non e' un piano prendere o lasciare'' e che da oggi si apre una trattativa. E il ministro dello sviluppo Paolo Romani, garantendo l'impegno del Governo, annuncia che nei prossimi giorni convochera' le parti per avviare un confronto che porti ad una ''soluzione condivisa''.
Il Piano, che e' stato illustrato oggi ai sindacati dall'amministratore delegato Giuseppe Bono, ricalcando i numeri gia' circolati nel settembre scorso e che l'azienda aveva allora smentito, prevede 2.551 esuberi, la chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia (Napoli) e Sestri Ponente (Genova), e il ridimensionamento di Riva Trigoso (Genova).
Per quest'ultimo e' previsto il mantenimento della parte meccanica e il trasferimento (insieme ad una parte dei dipendenti) della costruzione navale militare a Muggiano (La Spezia). La chiusura dei due stabilimenti (non viene considerato esubero lo spostamento di lavoratori da Riva Trigoso a Muggiano), riguardera' 1.400 lavoratori. Mentre gli altri 1.150 esuberi interesseranno gli altri siti del gruppo.
Complessivamente 2.551 esuberi, pari al 30% della forza lavoro attualmente impiegata nel Gruppo (8.500 persone in 8 cantieri). Di questi pero', precisa l'azienda, alcuni accetteranno la mobilita' interna, altri gli incentivi all'esodo, altri la cig. Questi numeri, ha spiegato Bono ai sindacati, servono a far fronte ad una situazione drammatica: a livello mondiale la domanda armatoriale, dal 2007 al 2010, ha subito un crollo del 55%; in Europa in trent'anni la quota di mercato complessiva della domanda armatoriale e' crollata dal 30% al 4% e in 2 anni (2008-2010) si sono persi 50 mila posti di lavoro (circa il 30% della forza lavoro).
Fincantieri si trova quindi a dover competere in uno scenario in cui ci sono gli stessi competitor ma ordini dimezzati: per quanto riguarda le navi da crociera nel 2007 su 16 ordini a livello globale Fincantieri ne ha presi 8, nel 2008 due su tre, nel 2009 uno su uno, nel 2010 due su 6 (due dei quali maturati in condizioni di mercato atipiche). Un piano ''inaccettabile'', l'ha definito il leader della Fiom, Maurizio Landini, evidenziando la ''pericolosa assenza del governo'', cui chiedera' una convocazione in tempi rapidi.
Anche il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, chiede di riprendere il tavolo al Ministero dello sviluppo e definisce non accettabile un piano in cui la soluzione del rilancio di Fincantieri passi attraverso la riduzione dei siti e la riduzione occupazionale. Boccia il piano anche la Fim (''rinunciatario'') che chiede un ''cambio di impostazione''.
L'Ugl assicura il proprio impegno per evitare le pesanti ricadute occupazionali e produttive. Sale intanto la preoccupazione non solo tra i lavoratori dei siti a rischio (quelli di Castellammare hanno organizzato un presidio a Roma; quelli di Sestri Ponente sono entrati in sciopero appena ricevute notizie dalla capitale); ma anche tra gli amministratori locali: il Governatore della Liguria Claudio Burlando ha definito il piano ''inaccettabile'' e convocato un vertice per decidere le iniziative da prendere; il Governatore campano Stefano Caldoro ha chiesto un tavolo con il Governo e punta ad un'intesa che possa salvare Castellammare.(ANSA).