Papa a Lampedusa: morte immigrati spina nel cuore
Dio ci chiede: dov'é tuo fratello?
08 luglio, 13:45> (ANSAmed) - Roma, 8 lug- Per la sua prima visita da pontefice, papa Francesco ha scelto oggi Lampedusa, l'isola a sud della Sicilia, simbolo dei viaggi della speranzaa e della morte di migliaia di immigrati, costetti a lasciare le loro patrie alla ricerca di una vita mogliore. E' stata la notizia degli "immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte", diventata per lui "una spina nel cuore che porta sofferenza" a spingere il Papa ad andare a Lampedusa, ha detto Francesco durante la messa, per "risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta". "Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta - ha proseguito -, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza". E allora "ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare - ha aggiunto -, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore". "Vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore", ha detto il Papa durante la messa: "Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie". Nella messa a Lampedusa, papa Francesco ha rivolto un pensiero "ai cari immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l'augurio di abbondanti frutti spirituali". "La Chiesa vi è vicina - ha aggiunto - nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie". Partendo dalle domande bibliche "Adamo, dove sei?" e "Caino, dov'é tuo fratello", papa Francesco, con riferimento ai naufragi dei migranti, ha detto a Lampedusa che "queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza!". "Tanti di noi, mi includo anch'io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo", e "non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri". E' così, secondo Bergoglio, che "si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito". "'Dov'é tuo fratello?', la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio - ha detto il Pontefice -. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi". "Quei nostri fratelli e sorelle - ha proseguito - cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po' di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte". "Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, accoglienza, solidarietà! - ha aggiunto - E le loro voci salgono fino a Dio!". (ANSAmed).