(di Cristoforo Spinella)
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - L'assedio di Kiev comincia nella
notte con una pioggia di missili, mentre i tank russi avanzano,
pesanti ma inesorabili. La popolazione è in assetto di difesa,
18 mila fucili sono stati consegnati ai civili volontari, il
sindaco-pugile Vitalij Klitschko invoca la resistenza, mentre
blindati e missili Grad si schierano tra i palazzi. Ma secondo
l'intelligence Usa la caduta della capitale è questione di
giorni, forse ore. Una clessidra che scorre a segnare il destino
dell'Ucraina, come quello del suo presidente. La testa di
Volodymyr Zelensky è sempre più l'obiettivo dichiarato di
Vladimir Putin, l'ostacolo al cambio di regime preteso da Mosca
per porre fine alle ostilità. Il presidente russo chiama al
golpe, facendo appello all'esercito di Kiev a "prendere il
potere" e rimuovere il governo dell'ex comico diventato capo
dello Stato, etichettato come una "banda di drogati e
neonazisti". Così, suggerisce il capo del Cremlino, "sarà più
facile per voi trovare un accordo con noi". L'appello
all'ammutinamento è il seme della discordia sparso tra una
popolazione stremata e terrorizzata, che ha trascorso la notte
nelle metropolitane adibite a bunker antiaerei e il giorno a
improvvisare trincee con i sacchi di sabbia. Una propaganda
destabilizzante, poche ore dopo lo spiraglio aperto con la
proposta di negoziati a Minsk. Colloqui che comunque "non
cancellerebbero l'operazione speciale russa in Ucraina", avverte
Mosca, accusando Kiev di aver prima nicchiato, proponendo un
incontro a Varsavia, e poi interrotto le comunicazioni. La sorte
del leader ucraino appare sempre più la chiave di volta del
conflitto. "Questa potrebbe essere l'ultima volta che mi vedete
vivo", avrebbe detto già ieri notte in videoconferenza ai leader
Ue. Il presidente giura che non mollerà, cerca ogni possibile
sponda diplomatica - in serata ha risentito Joe Biden e chiesto
al premier israeliano Naftali Bennett di mediare con il
Cremlino, che subito ha chiuso le porte - ma intanto è costretto
a confermare di essere ancora al suo posto. "Siamo qui, stiamo
difendendo l'Ucraina", dice in un video amatoriale girato per
strada in look militare nella notte di Kiev, insieme a quattro
fedelissimi. Alla fine del secondo giorno di invasione,
l'Ucraina resiste. Sotto attacco da tutti i fronti possibili,
numericamente e militarmente schiacciati, ricacciati sempre più
lontano dalle frontiere che deve difendere, i militari di Kiev
combattono orgogliosi. Come i 13 soldati diventati "eroi"
nazionali dopo che sui social è diventato virale l'audio in cui
insultano la nave da guerra russa che ha poi occupato la piccola
ma strategica isola dei Serpenti nel mar Nero, a poche miglia
dalla Romania. Un esempio per i combattenti volontari, come i
9mila ucraini in Polonia che si sono fatti avanti per
arruolarsi. Pur rallentata, l'offensiva non si ferma. Mosca
rivendica l'eliminazione di 211 obiettivi strategici, tra cui 17
centri di comando e comunicazione. Le perdite ucraine sarebbero
circa 300, tra cui, secondo la Difesa di Londra, almeno 57
civili. Per la stessa fonte, sono circa 450 i combattenti russi
uccisi, mentre Kiev evoca bilanci ben più pesanti (oltre un
migliaio), in una guerra di propaganda senza fine. Il Pentagono
parla di oltre 200 missili piovuti in tutto il Paese, e
l'Ucraina si affida a quello che può, invitando i cittadini a
respingere "gli invasori con le molotov", con tanto di
istruzioni per realizzare il cocktail incendiario. Le truppe di
Mosca e le milizie paramilitari filo-russe avanzano però da
tutti i fronti, con manovre a tenaglia: in Donbass, dove
continua l'attacco alla città portuale di Mariupol anche con un
assalto anfibio e il sindaco evoca una battaglia "non solo per
l'Ucraina, ma per tutta l'Europa"; dalla Crimea verso l'oblast
di Cherson, via privilegiata per la presa di Odessa e lo
sbarramento degli accessi al mare; e a nord, tutt'intorno a
Kiev, nel quartiere di Oblonsky e all'aeroporto militare di
Gostomel, a 30 km dalla capitale, dove a conclusione di feroci
combattimenti sono sbarcati i parà di Mosca. E nella notte Kiev
è ancor più stretta d'assedio, con esplosioni a intervalli di
pochi minuti nei pressi della centrale elettrica CHP-6, a 14 km
dal centro. In queste ore drammatiche, mentre l'Onu parla di
oltre 50 mila rifugiati e teme una situazione ingestibile,
l'Occidente continua a battere la strada delle sanzioni. Usa, Ue
e Regno Unito colpiscono direttamente Putin e il suo ministro
degli Esteri, Serghei Lavrov, congelandone gli asset, e
Bruxelles studia un terzo pacchetto "urgente", cercando di
comporre le posizioni dei 27 intorno al nodo dell'esclusione di
Mosca dal sistema Swift per i pagamenti bancari. La Russia viene
intanto estromessa dal Consiglio d'Europa e dall'Eurovision di
Torino. Mentre la Nato ha invitato al suo vertice Finlandia e
Svezia, scatenando la reazione del Cremlino. Tutte misure per
isolare Putin e trasformarlo, come ha minacciato Biden, in un
"paria sulla scena internazionale". (ANSA).
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