Polonia: 100 anni dal 'Miracolo sulla Vistola'
Bloccata avanzata bolscevismo in Europa
11 agosto, 19:04Il conflitto era divampato in maniera quasi casuale per andare a riempire il vuoto di potere determinato dalla ritirata delle truppe tedesche dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale: la Polonia rinata intendeva recuperare le ultime frontiere legali del 1772 e l'Armata Rossa invece voleva cancellare le mutilazioni territoriali inflitte all'impero russo con la pace di Brest-Litovsk. Il contatto tra i due eserciti avviene nel febbraio 1919, nell'indecisione delle Potenze vincitrici che non hanno ancora le idee chiare su come ridisegnare quell'area dell'Europa e sull'assetto della Russia in piena guerra civile.
In un primo tempo i piani politico-militari del Maresciallo Józef Piłsudski che prevedevano la creazione di un sistema di stati federati a guida polacca nell'Europa centro orientale parevano essersi realizzati: occupata Vilnius ad aprile, a settembre le armate polacche erano arrivate sino alla Bielorussia e all'Ucraina. L'8 dicembre le Potenze attribuivano alla Polonia il «diritto ad organizzare una regolare amministrazione nei territori dell'ex impero russo situati a ovest» di un tracciato di demarcazione noto come Linea Curzon, e se la Polonia avesse poi contribuito a tenere la rivoluzione fuori dell'Europa e avesse impedito alla Germania di intrattenere relazioni con la Russia, in futuro le sue richieste territoriali sarebbero state accolte «nei limiti della ragionevolezza». Il 22 dicembre il commissario agli esteri Georgij Vasil'evič čičerin, a nome del governo rivoluzionario russo, avanzava profferte di pace per poter risolvere nel frattempo il braccio di ferro con i Bianchi controrivoluzionari.
Piłsudski invece aveva compreso che un successo risolutivo avrebbe messo la Polonia al sicuro, scegliendo di respingere l'offerta e la Linea Curzon, e riprendendo le ostilità. Il 28 gennaio 1920 čičerin metteva in guardia Varsavia che le Potenze stavano usando la Polonia nella «guerra criminale contro la Russia» e garantiva che l'Armata Rossa non avrebbe oltrepassato comunque la linea dell'8 dicembre.
Il governo polacco dà allora il via libera a trattare il 27 marzo ma Piłsudski temporeggia e, alleatosi con gli ucraini di Simon Vasil'evič Petljura il 26 aprile sferra l'offensiva. L'8 maggio un'armata polacca e alcune divisioni ucraine entrano a Kiev. I russi contrattaccano con un esercito di quasi 100.000 uomini agli ordini dei generali Kamenev, Tuchačevskij ed Egorov, col forte contingente di cavalleria di Budënnyj. Una spettacolare avanzata in Ucraina, costringe al ripiegamento la 5ª armata polacca di Władysław Sikorski lungo il Bug e il Dnestr e il 10 giugno cade Kiev. La conferenza internazionale di Spa, il 5 luglio, è chiamata dagli eventi a esaminare come evitare il collasso della Polonia. Il 12 luglio lord Curzon, fautore della linea dell'8 dicembre, propone il ritiro dei due eserciti a 50 chilometri da quella demarcazione. I bolscevichi, forti della favorevole situazione militare, replicano a Curzon pretendendo trattative dirette con Varsavia, dove intanto cade il governo Grabski. Parigi fa presente agli Alleati che la sconfitta della Polonia avrebbe significato «la distruzione del trattato di Versailles» e pertanto era necessario soccorrerla prima che fosse troppo tardi, ma Lloyd George è irremovibile sul punto che la Polonia deve rientrare nei confini etnici e non ambire a quelli storici. I francesi inviano una delegazione militare a Varsavia, di cui fa parte Charles De Gaulle, dopo che Parigi aveva fornito equipaggiamenti e materiale bellico il cui arrivo era stato ostacolato da scioperi e blocchi dei lavoratori ferroviari e portuali solidali con i bolscevichi. Il 12 agosto Varsavia è sotto assedio e a un passo dalla capitolazione.
Chiunque possa tenere in mano un fucile è al fronte.
L'artiglieria russa martella la città. Ma il 6 Piłsudski aveva elaborato un piano. Le aperte rivalità tra Stalin, Egorov e Budënnjy hanno fatto perdere la coesione all'esercito bolscevico già provato da una campagna logorante. Il 14 agosto l'iniziativa passa nelle mani polacche. Le truppe dei generali Haller e Sikorski contrattaccano i russi, Piłsudski compie una manovra avvolgente con la 4ª armata per isolare le retrovie russe (anche se per alcuni storici la paternità della manovra sarebbe stata del generale francese Weygand) e si compie quel che i polacchi chiamano «il miracolo della Vistola». L'assedio di Varsavia è spezzato e l'esercito polacco avanza di successo in successo ricacciando i russi oltre il confine tedesco della Prussia orientale e sbaragliando la temutissima cavalleria di Budënnjy.
I polacchi dilagano e le trattative di pace a Mińsk vedono un rovesciamento di ruolo. I russi devono subire quel che prima stavano imponendo. Il 2 settembre i negoziati vengono spostati a Riga e i preliminari di pace sono sottoscritti il 12 ottobre. Il trattato sarà firmato invece il 18 marzo. La Linea Curzon è stata sopravanzata in alcuni tratti anche di 200 chilometri. Il trattato di Riga è una pace tattica che solo per ora assicura le frontiere orientali della Polonia. Stalin farà il possibile per vendicare quella sconfitta e ne porrà le premesse col Patto Ribbentrop-Molotov del 23 agosto 1939. Il 17 settembre l'Armata Rossa invaderà la Polonia senza dichiarazione di guerra. Non ci sarà nessun altro «miracolo della Vistola». (ANSA).