(dell'inviata Silvia Gasparetto)
(ANSA) - WASHINGTON, 11 MAG - La ricerca di una via per la
pace, su cui l'Italia e l'Europa si interrogano "seriamente". E
la necessità concreta, urgente, di sbloccare al più presto i
porti ucraini sul Mar Nero per evitare accanto alla crisi
dell'energia di innescare anche una crisi alimentare. Mario
Draghi, nella sua prima visita alla Casa Bianca da quando è
presidente del Consiglio, porta a Joe Biden le priorità per
l'Europa, e incassa il plauso del presidente americano per gli
sforzi che l'Italia sta facendo, dall'inizio del conflitto, per
raggiungere l'indipendenza dal gas russo. Aprire un canale
diplomatico che porti a negoziati "credibili" è il messaggio di
cui si fa portatore il premier italiano: lo dice nei primi
minuti nello Studio Ovale, davanti ai giornalisti, e lo ripete
nel colloquio faccia a faccia, durato più di un'ora: ""Molti in
Europa condividono la nostra posizione unita nell'aiutare
l'Ucraina, e nel sanzionare la Russia. Ma si chiedono anche:
come possiamo mettere fine a queste atrocità? Come possiamo
arrivare a un cessate il fuoco? Come possiamo promuovere dei
negoziati credibili per costruire una pace duratura?", ripete
Draghi a Biden, mentre l'amministrazione Usa continua, come
osserva anche il Washington Post, a mostrarsi scettica sulla
possibilità di riavviare colloqui seri con Mosca. "Continuiamo
ad essere aperti ad una soluzione diplomatica in Ucraina ma non
vediamo nessun segnale da parte della Russia che voglia
impegnarsi in questo percorso", ha detto la portavoce della Casa
Bianca, Jen Psaki. Sulla pace, le prime parole che emergono dal
colloquio tra i due sono legate alla sola necessità che sia
"l'Ucraina", e non altri, a indicarne le condizioni. Ma nella
delegazione italiana c'è ottimismo sul fatto che il messaggio
sia stato recepito alla Casa Bianca. Diversa è la questione del
grano, di cui anche Biden riconosce apertamente l'urgenza:
quando Draghi propone la necessità di "chiedere alla Russia di
sbloccare il grano bloccato nei porti ucraini", il presidente
Usa, secondo fonti italiane, risponde che sì, ci sono "milioni
di tonnellate ferme" e si rischia "una crisi alimentare in
Africa". Si vedrà se questo porterà a un intervento Usa per
facilitare la riapertura dei porti. Nel frattempo Draghi chiede
a Biden un sostegno alla "stabilizzazione della Libia" che può
essere "un enorme fornitore di gas e petrolio". Perché è la
crisi energetica, l'altro grande tema sul tavolo del bilaterale,
nel corso del quale non si sarebbe invece affrontata la
questione delle forniture di armi all'esercito ucraino. Sulla
strategia per la diversificazione, che l'Italia ha messo in
campo fin dall'inizio del conflitto, Draghi incassa l'elogio di
Biden ("hai fatto più di quanto sarei riuscito a fare io", gli
ha detto il presidente Usa), insieme alla promessa di un
"aumento della produzione di petrolio" da parte degli americani
che potrebbe abbassare le quotazioni del greggio. Sui prezzi del
gas, invece, la proposta italiana resta quella di un tetto al
prezzo a livello europeo, ascoltata con interesse anche dal
segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen nella delegazione Usa
presente all'incontro. (ANSA).
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