(ANSA) - LUBIANA, 21 OTT - In Slovenia si chiude alla
mezzanotte di oggi la campagna elettorale per le presidenziali
di domenica, nelle quali si voterà per scegliere il successore
di Borut Pahor giunto al termine del suo secondo e ultimo
mandato, come previsto dalla Costituzione. Nella corsa per la
massima carica istituzionale gli elettori potranno scegliere fra
7 candidati, fra i quali due donne, ma gli ultimi sondaggi
certificano uno scenario destinato a rinviare la scelta
definitiva al ballottaggio, in programma il 13 novembre. Nessuno
dei candidati in lizza infatti sembra in grado di superare già
al primo turno il 50% delle preferenze. Le rilevazioni
demoscopiche concordano nell'assegnare ad Anze Logar, candidato
di centro-destra ed ex ministro degli Esteri del governo di
Janez Janša, intorno al 30% delle preferenze di voto, seguito
con il 19% da Natasa Pirc Musar, avvocata lubianese da sempre
vicina alle battaglie per i diritti civili, e che contende il
secondo posto e quindi la possibilità del ballottaggio all'altro
candidato dell'area progressista, l'eurodeputato dei
Socialdemocratici ed ex presidente del Parlamento Milan Brglez,
indietro di oltre 6 punti percentuali rispetto a Pirc Musar e
fermo al 12.9%. Nessuno degli altri contendenti ha la
possibilità di avvicinarsi al ballottaggio, ma c'è da registrare
l'ascesa del semi-sconosciuto sindaco di Kočevje, Vladimir
Prebilič, nelle preferenze degli elettori. Nel 2017 fu proprio
la candidatura alle elezioni presidenziali a dare lo slancio per
la politica nazionale all'allora semi-sconosciuto sindaco di
Kamnik, Marjan Šarec, che sarebbe poi diventato primo ministro.
In attesa di domenica c'è da registrare il dato in
controtendenza del voto anticipato in corso da ieri, fra cui
nche quello di Pahor. Secondo le informazioni rese note dalla
Commissione elettorale nazionale, il 4% degli aventi diritto si
è recato alle urne per esprimere in anticipo il proprio voto,
più del doppio rispetto a quanto accaduto nel 2017 e nel 2012.
Il prossimo capo dello Stato sarà chiamato a restituire
autorevolezza e contenuti alla carica presidenziale, che secondo
alcuni è stata sminuita da un atteggiamento troppo presente sui
propri profili social e poco attivo nei passaggi delicati della
vita pubblica e politica del paese. Gli ottimi rapporti
personali di Borut Pahor con il presidente Sergio Mattarella
hanno permesso ai due di costruire e realizzare il percorso per
la restituzione della Casa del popolo (Narodni Dom) di Trieste
alla minoranza slovena in Italia, avvenuta nel luglio 2020 nel
centenario del suo incendio di matrice fascista. Nel suo ruolo
Pahor, inoltre, è sempre stato molto sensibile e attento al
destino europeo dei Paesi dei Balcani occidentali, spendendosi a
più riprese a favore del loro ingresso nell'Unione europea.
(ANSA).
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