ANSA/ Geologi avvertono, Krsko non adatta per nucleare
Rischio sismico nell'area sarebbe troppo alto
17 ottobre, 18:54(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 17 OTT - L'opzione, non inedita, di realizzare un secondo reattore alla centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, è stata rimessa di recente sul tavolo dal governo di Lubiana. Lo scorso mese di agosto, il premier sloveno Marjan Sarec aveva fatto sapere che la Slovenia avrebbe fatto "tutti gli sforzi" possibili per realizzare il progetto, dal momento che il Paese "avrà bisogno di più elettricità". A settembre, il capo del governo di Lubiana ha confermato anche che investitori da Usa, Russia e di altri Paesi sono interessati al potenziale progetto. Dichiarazioni che nelle scorse settimane hanno provocato reazioni negative da parte delle vicine Italia e Austria, dove ecologisti e politici locali hanno chiesto a Vienna di opporsi al progetto. Fra i timori più ricorrenti, quello che Krsko sia stata costruita in un'area sismica, una paura che già negli anni passati aveva spinto in particolare autorità e politici dei due Paesi confinanti, esperti, gruppi ambientalisti e attivisti a chiedere la chiusura dell'impianto.
Le autorità slovene hanno tuttavia sempre assicurato che la centrale è fra le più sicure in Europa, mentre nel 2016 la Commissione Ue ha ribadito i risultati di uno 'stress test' realizzato nel 2011 secondo il quale i margini di sicurezza sismici di Krsko erano sufficienti.
Secondo i due geologi Kurt Decker e Livio Sirovich, l'area dove è sorta la centrale ha un rischio sismico significativamente più alto di quanto si pensava ai tempi della costruzione. In un'intervista all'ANSA, entrambi gli studiosi hanno palesato timori sulla possibilità di un secondo reattore nello stesso sito. "Tra tutte le centrali nucleari europee, Krsko è quella con la più alta sismicità e il più elevato grado di rischio sismico" e l'area attorno a Krsko, localizzata nel mezzo delle placche adriatica e pannonica, dove si registrano molti terremoti, "da un punto di vista sismotettonico è tutt'altro che ideale", specifica Kurt Decker, geologo austriaco dell'Università di Vienna, all'attivo esperienze come esperto della Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e in vari 'stress test' in Europa e in Asia. "Le minacce includono un significativo rischio sismico" e rischi collegati "alla rottura della superficie terrestre a causa del movimento di una faglia attiva durante un sisma". "L'attuale stima di rischio per la centrale non tiene conto delle scoperte di fagli attive", sottolinea Decker, che cita opinioni di diversi altri esperti riunitisi per fornire un parere di rischio su Krsko nel 2016.
"Quando la centrale fu progettata, non furono fatti studi probabilistici sul rischio sismico", spiega dal canto suo Sirovich, che sottolinea che al tempo non fu neppure fatto "uno studio del terremoto del 1917". Quando Krsko fu costruita, sottolinea, "non si sapeva neppure che magnitudo avesse avuto l'evento del 1917 né quale potrebbe essere la massima magnitudo nel sito", aggiunge. Nel 1917, secondo le conoscenze attuali, un sisma medio-forte fu registrato in prossimità dell'odierna centrale, con una stima, risalente al 1982, di una magnitudo 5,7, rivista successivamente a 6,2 nel 2012 da due esperti europei. Nel 1880, un altro terremoto di magnitudo 6,3-6,5 colpì un'area a 60 km da Krsko, provocando gravi danni a Zagabria. "L'attuale stima di rischio per Krsko" non tiene conto inoltre "delle recenti scoperte su faglie attive" nell'area, gli fa eco Decker, riferendosi in particolare alla cosiddetta "faglia di Libna", identificata a 1,5 km dalla centrale.
"Pensare a una Krsko-2" nella stessa località dove fu costruito il primo reattore "non è una decisione saggia", aggiunge Decker.
"Il sito è localizzato presso presso "una faglia capace" (capable fault", la faglia di Libna. Secondo l'Agenzia internazionale per l'Energia atomica, rimarca il geologo, "l'esistenza di una faglia capace sul o vicino al sito di una centrale nucleare è un criterio di esclusione e un sito alternativo deve essere considerato". "Non si capisce - aggiunge il geologo austriaco - il perché si debba selezionare un sito così portato al rischio mentre si potrebbe guadagnare in sicurezza semplicemente selezionandone un altro".
Sulla stessa linea anche Sirovich. "Secondo le nostre conoscenze e in base alla recente storia sismica e tettonica del sito, il più forte sisma che potrebbe avvenire in un raggio di 20 km" da Krsko "potrebbe avere una magnitudo di circa 7". In più, secondo il geologo italiano, la centrale potrebbe subire una "peak ground acceleration" (Pga), l'accelerazione del suolo indotta da un sisma, superiore a quella considerata ai tempi della costruzione. Secondo Sirovich, la centrale fu costruita per sostenere un'accelerazione di 0.3g ma, secondo un esperto sloveno, il progetto è adeguato a resistere fino ad accelerazioni di 0.6g. Gli stress test hanno però stabilito che terremoti con accelerazione superiore a 0.8g possono provocare gravi danni al reattore. Terremoti di questo tipo possono accadere in media ogni 50mila anni o più.
Anche il geologo italiano ritiene che un secondo reattore a Krsko non dovrebbe essere realizzato. L'Ue dovrebbe invece aiutare "la Slovenia a smantellare quello esistente, perché soggetto a un rischio sismico eccessivo e pericoloso anche per altri Paesi europei". "La stessa opinione è stata fornita dai francesi dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) in una lettera ufficiale - e piuttosto drammatica - inviata al direttore generale" dell'impresa pubblica slovena "GEN Energija" nel 2013, chiosa Sirovich.
L'impianto di Krsko "si trova in un'area con un'intensità sismica attesa di otto sulla scala EMS, ma è progettata e costruita per operare in maniera sicura anche durante terremoti di intensità molto più forte", assicurano però esperti tecnici della centrale di Krsko all'ANSA, ribadendo che l'impianto è in grado di resistere a sismi forti. (ANSA).