Ucraina: Villa (Ispi), sanzioni efficaci solo se su energia
Su gas Ue troppo dipendente, obiettivo dovrebbe essere petrolio
13 aprile, 15:57Secondo lo studio, le sanzioni stanno colpendo l'economia russa in maniera rilevante, ma sarebbero ancora troppe le scappatoie che Mosca può utilizzare per ridurne gli effetti, in particolare sul fronte energetico. Da non sottovalutare inoltre il fatto, si legge nell'analisi, che sono ancora molti i Paesi che non hanno imposto sanzioni, l'81% a livello globale. Inoltre, l'embargo contro le importazioni dalla Russia starebbe impattando solo sul 7% dell'export russo verso l'Occidente. Infine, l'aumento del prezzo del gas sta aiutando Mosca a compensare le mancate entrate sul fronte del petrolio e del carbone.
"L'Ue - continua Villa - a oggi ha messo sanzioni solo alle importazioni di carbone, ovvero al 5% di tutte le esportazioni energetiche russe verso l'Europa. E l'effetto non lo vedremo prima di agosto, visto che la Germania ha insistito per ritardare la data di partenza di questa prima sanzione.
Dall'altra parte ci continuiamo a concentrare sul gas, ma siamo troppo 'legati' a Mosca per poterne fare a meno in tempi rapidi.
Da nostri calcoli, senza gas russo l'Italia avrebbe solo otto settimane di autonomia prima di finire le riserve presenti negli stoccaggi, la Germania dieci" Sanzioni sul gas che, a meno di "dolorosi razionamenti", ovviamente andrebbero a colpire "la nostra industria e farebbero schizzare i prezzi ancora più verso l'alto rispetto a quelli di oggi - già cinque volte più alti rispetto a tempi normali", aggiunge Villa. Lo scenario relativo al gas è "strano e un po' paradossale - illustra l'analista - perché in realtà il gas non è la prima fonte di entrate per Mosca. Anche se negli ultimi mesi gli alti prezzi rendono altissime le entrate di Gazprom, prima della crisi il petrolio e i suoi derivati contavano per i tre quarti delle entrate russe.
E il petrolio è molto più facile da colpire, perché di alternative ne abbiamo. Se consideriamo che già nei primi 50 giorni dall'invasione gli importatori europei si "auto-sanzionano", importando meno della metà del petrolio che importavamo in precedenza, si capisce come una sanzione praticamente ci sia già, e non stia distruggendo le nostre economie.
Ovvio, anche colpire il solo petrolio può farci male. Ma, in questo caso, farebbe molto più male a Mosca, mentre sul gas i rapporti sarebbero invertiti".
Ma come rendere l'arma delle sanzioni più efficace? "Il petrolio dovrebbe essere l'ovvio obiettivo delle sanzioni europee," risponde Villa. L'Ue importa "oltre la metà di tutto il greggio e i derivati esportati dalla Russia, e per Mosca non è facile sostituire subito gli acquirenti. Tornando alle ultime settimane di 'auto-sanzioni' europee, gran parte del petrolio russo sembra che stia rimanendo nel paese, o nel sottosuolo, invece che prendere la via di Cina e India.
Detto questo, se è vero che sul petrolio è l'Ue ad avere il coltello dalla parte del manico, è anche vero che la nostra "'soglia del dolore' sembra molto più bassa rispetto a quella di Mosca. La Russia sta sopportando una probabile recessione del 10% quest'anno: cinque-dieci volte rispetto all'effetto economico previsto per l'Ue. Eppure è da noi che crescono malumori e proteste, mentre i consensi nei confronti del Cremlino sono al più aumentati, non diminuiti.
Non significa che le sanzioni non siano necessarie: a mio parere lo sono. Anzi, forse più che necessarie direi che sono inevitabili. Ma attendersi un effetto forte e diretto sulle scelte di Mosca - chiosa Villa - era ingenuo sin dall'inizio.
Noi di Ispi ne abbiamo scritto molto. E così, infatti, non è stato e non sarà". (ANSA).