ANSA/ Bosnia: docufilm rilancia caso cecchini a Sarajevo
Anche italiani avrebbero pagato per 'safari' con vittime civili
31 agosto, 19:22Il documentario, di cui l'ANSA ha preso visione, è composto in gran parte da video girati durante l'assedio di Sarajevo, durato dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996 e costato la vita, secondo le stime più accurate, a più di 11mila civili. Il film ha tuttavia il merito di aver raccolto anche testimonianze dirette sul caso dei 'safari'.
Un testimone diretto, in particolare, ripreso nel documentario, ha affermato davanti alle telecamere, con il viso oscurato, di non aver saputo con precisione i prezzi richiesti per la partecipazione ai safari, ma si trattava di "somme molto ingenti" e "ho visto che si pagava di più se l'obiettivo era un bambino". "Erano come cacciatori che andavano a caccia, era orribile", ha detto l'uomo. Nel film si sostiene che fra chi avrebbe pagato per sparare su Sarajevo ci sarebbero stati anche italiani e persone provenienti dall'Italia.
La storia dei 'safari' non è tuttavia del tutto inedita, era circolata già in passato, sia tra le vittime, sia tra la stampa che operava nella città assediata. "I giornalisti che lavoravano a Sarajevo, ma anche tutta la popolazione assediata della città durante la guerra, sapevano" del caso dei cecchini paganti, ha confermato all'ANSA Luca Leone, giornalista e co-fondatore di Infinito Edizioni, fra i primi a evocare il caso in passato, ad esempio nel romanzo I bastardi di Sarajevo, uscito prima nel 2014 e poi in seconda edizione nel 2018. "Stranieri da tutta Europa - c'erano anche italiani - pagavano ai checkpoint gestiti dai paramilitari serbi sia in Croazia sia in Bosnia per poi passare un fine settimana a sparare sui civili" sopra Sarajevo, afferma l'autore. (ANSA).