(ANSA) - VARSAVIA, 08 MAR - La Polonia si appresta a
celebrare i cinquant'anni dall'inizio delle proteste
studentesche che furono sfruttate dal regime comunista per
estromettere gli ebrei dal partito e dalla Polonia. Il risultato
fu l'espulsione di 13.000 ebrei, tra i quali alcuni
sopravvissuti alla Shoah e importanti figure di intellettuali
come il filosofo Leszek Kolakowski e il sociologo Zygmunt
Bauman.
La celebrazione di questo anniversario, che ricorre giovedì, è
stata a lungo attesa, come messaggio capace di dare un segno di
quanto la Polonia abbia preso le distanze dai demoni antisemiti
del passato. Invece, la celebrazione arriva in coda a una nuova
ondata di antisemitismo sollevata da una recente disputa
diplomatica con Israele.
A partire dal marzo 1968, gli studenti misero in atto proteste
di massa che furono brutalmente represse dal regime. Fazioni
rivali dentro il partito comunista dell'epoca sfruttarono le
proteste con l'obiettivo di prendere il controllo del partito
stesso, e la crisi culminò nella ''epurazione'' degli ebrei.
(ANSA).
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