(ANSA) - BELGRADO, 26 DIC - E' trascorsa tranquilla ma con
accresciuta tensione la notte a Zubin Potok, la località del
nord del Kosovo interessata dai blocchi stradali e dalle
barricate dei serbi, dove ieri sera si è udita una sparatoria i
cui contorni restano ancora da chiarire. Kfor, la Forza Nato in
Kosovo, ha confermato gli spari avvenuti non lontano da una
propria postazione, sottolineando tuttavia che essi non erano
diretti contro i suoi militari dispiegati nella regione per il
monitoraggio della situazione. Indagini sono in corso da parte
della polizia locale e delle autorità di Pristina per far luce
sull'episodio, che ha suscitato grande allarme. Dopo che il
premier kosovaro Albin Kurti ha definito nei giorni scorsi non
più tollerabili le barricate, il presidente serbo Aleksandar
Vucic ha avuto ieri sera un consulto con la premier Ana Brnabic
e i vertici militari. Il capo di stato maggiore serbo, generale
Milan Mojsilovic, definendo la situazione molto complessa, si è
recato a ridosso del confine con il Kosovo assicurando che
l'Esercito adempirà in pieno ai compiti assegnatigli, senza
fornire tuttavia particolari. Da parte loro, gli ambasciatori a
Belgrado dei Paesi del Quint - Usa, Germania, Francia, Gran
Bretagna, Italia - hanno chiesto al presidente Vucic di
intervenire perchè venga posto fine rapidamente a blocchi
stradali e barricate, una situazione che si protrae da 17 giorni
e che condiziona pesantemente il sistema di trasporti e
comunicazioni nel nord del Kosovo. La locale popolazione serba
protesta contro l'arresto ritenuto ingiustificato di tre serbi,
due dei quali ex agenti dimissionari della polizia kosovari, e
per la presenza nel nord di ingenti forze della polizia speciale
inviate da Pristina per rafforzare la lotta a corruzione e
criminalità. (ANSA).
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