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Parigi: Azzurre oro nella spada, è terzo per Italia

Parigi: Azzurre oro nella spada, è terzo per Italia

Al Grand Palais risuonano le note dell'inno di Mameli, francesi battute all'ultimo duello

30 luglio 2024, 22:19

Redazione ANSA

ANSACheck
Parigi: Azzurre oro nella spada, è terzo per Italia © ANSA/AFP

Parigi: Azzurre oro nella spada, è terzo per Italia © ANSA/AFP

All'ultima stoccata. Al Grand Palais, dove in un infinita eco di quello che succede in tutti gli impianti gli spettatori volevano intonare la Marsigliese, risuonano invece le note dell'inno di Mameli. A Parigi sventola alto il tricolore, ma è quello bianco, rosso e verde. Quello francese è un po' più sotto, nello spazio riservato all'argento.

La spada dell'Italia femminile diventa tutta d'oro. Nel meraviglioso impianto, a pochi metri dagli Champs-Elysées e con la Torre Eiffel a cinque cerchi sullo sfondo, Alberta Santuccio, Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi e Mara Navarria hanno fatto una magia, trasformando il boato continuo degli ottomila spettatori padroni di casa in un silenzio assordante. 30-29 all'overtime (il minuto supplementare) con l'ultima, meravigliosa stoccata di Santuccio. E' il risultato di una finale che, all'ora di cena di una caldissima sera d'estate, fa gioire l'Italia.

 

Il medagliere azzurro, sempre più luccicante, è salito a undici medaglie: tre ori, quattro argenti e quattro bronzi. Nella parte iniziale della giornata, le azzurre testa di serie numero 1 del tabellone a 8, avevano strapazzato prima per 39-26 l'Egitto e poi 45-24 la Cina (poi sconfitta dalla Polonia nella finale per il bronzo). Nella finalissima, dopo il buon inizio di Santuccio (3-2) sono stati il secondo e il terzo assalto a spingere le francesi sul primo consistente vantaggio (9-5). A quel punto, quindi, il ct azzurro Dario Chiadò ha provato a mischiare le carte, inserendo la riserva Navarria al posto di Fiamingo che aveva chiuso sullo 0-3 la sua frazione contro Coraline Vitalis: una decisione decisiva. E' stata prima Rizzi, con un settimo assalto da 5-2 contro la stessa Coralis, a riportare le azzurre vicine alle transalpine (21-20). Ma poi il capolavoro di Navarria ha dato pienamente ragione alla scelta di Chiadò, chiudendo l'ottavo assalto in vantaggio sul 24-23.

 

Nel nono e spettacolare ultimo assalto, pedana per Santuccio e Auriane Mallo-Breton: nel frastuono del Gran Palais la francese ha riportato la sua squadra sul 29-28, ma Santuccio ha dimostrato di essere una vera campionessa, pareggiando prima a 13 secondi dallo scadere e mettendo poi nell'overtime la stoccata che fa la storia e che ha fatto esplodere la gioia delle azzurre, abbracciate anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Per le francesi tante lacrime amare e, comunque, applausi, almeno fino a quando in tanti hanno lasciato l'impianto nel cuore di Parigi senza assistere alla premiazione. Troppo triste perdere così un oro. Troppo bello vincere un oro in questa maniera.

 

Nella spedizione a cinque cerchi la scherma italiana ha finora vinto anche un argento con Filippo Macchi nel fioretto e un bronzo con Luigi Samele nella sciabola. Ci sono altre cinque prove a squadre che potrebbero rendere tutto ancora più splendente. Ma di sicuro l'oro delle ragazze con la spada ha un sapore ancor più dolce, perché messo al collo all'ultimo secondo, e per giunta in trasferta, quasi a vendicare i maledetti rigori dei quarti di finale del Mondiale di calcio del 1998, poi vinto dalla squadra capitanata da Zinedine Zidane. D'altronde, un Francia-Italia, nello sport, ma non solo, non potrà mai essere banale. Il golden gol di Trezeguet all'Europeo di calcio del 2000, poi nel Mondiale del 2006 la testata di Zidane a Materazzi e il cielo azzurro sopra Berlino nel mondiale del 2006. Molti anni prima, nel 1950, al Tour de France l'assalto a Gino Bartali sul Col d'Aspin. Ma soprattutto, perché queste sono le Olimpiadi, una lunghissima rivalità sulle pedane della scherma, spesso teatro di stoccate, in punta di fioretto, di spada o di sciabole, ma anche verbali. Questa volta, qui al Gran Palais, ha vinto l'Italia. Chapeau.

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