(ANSA) - ROMA, 3 GIU - Primavera 1219: Francesco d'Assisi salpa da Ancona per la crociata. Una città dell'Egitto, Damietta, è assediata dai crociati e lui ha un forte, ma all'apparenza anche folle, desiderio: quello di portare la pace in mezzo alla gente armata che si contende la Terra Santa. E' lì che il frate decide di lasciare il campo cristiano per incontrare, a suo rischio e pericolo, il potente sultano d'Egitto, al-Malik al-Kamil. E' questo l'episodio che dà vita al romanzo storico "Il povero d'Oriente" di Alain Absire (edizioni Terra Santa) pubblicato in vista dell'ottavo centenario dell'incontro di Damietta.
Sullo sfondo del racconto è la spirale di massacri e di sangue, il susseguirsi di assedi e battaglie: in questo contesto due personaggi fuori dal comune, Francesco d'Assisi e il sultano al-Malik, instaurano un dialogo del tutto particolare. Si confrontano senza armi, usano solo quella della fede, ciascuno la sua, nel rispetto e nel dialogo. E l'incontro di Damietta, a ottocento anni di distanza, è ancora oggi un esempio nel dialogo interreligioso.
Il libro, non un saggio ma un romanzo, mescola sapientemente storia e finzione, per riportare in primo piano un tema quanto mai attuale: quello dell'incontro tra islam e cristianesimo.
L'autore spiega di aver costruito questa storia partendo non solo dalle fonti francescane (le biografie di Tommaso da Celano e di san Bonaventura) ma anche studiando gli scritti sulle crociate così come furono viste dagli arabi.
Ai saraceni che catturano il santo d'Assisi e frate Illuminato, e che vogliono ucciderli con la spada, San Francesco riesce a fermare la mano. "Abbiamo un messaggio per il sultano, un messaggio di pace", dice frate Francesco nel romanzo. E ad otto secoli da quell'incontro sono cominciate in Egitto, in Terra Santa, ma anche in Italia e in altri luoghi del mondo, le celebrazioni per ricordare quello che in effetti fu uno storico momento di dialogo per la costruzione della pace.(ANSA).