Il prossimo summit sulla pedofilia di fine febbraio in Vaticano tra papa Francesco e i capi di tutte le Conferenze episcopali mondiali "è un impegno molto importante: noi abbiamo grandi aspettative e lo seguiremo con attenzione. Ho avuto un incontro con papa Francesco l'anno scorso e ho avuto chiaro il suo impegno, il meeting è una importante piattaforma". Lo ha detto Marta Santos Pais, Rappresentante speciale dell'Onu sulla violenza contro i bambini, in una conferenza stampa alla pontificia università Gregoriana, in occasione della cerimonia di chiusura del quarto Diploma in Salvaguardia dei Minori promosso dal Centro per la Protezione dei minori dell'ateneo.
"Noi crediamo - ha spiegato Santos Pais - che gli obiettivi del summit siano fondamentali per rompere il silenzio sulla pedofilia, ascoltare le voci delle vittime e dei sopravvissuti e per assicurare un sistema di accountabilty come papa Francesco ha detto". "Gli obiettivi di questo meeting sono così profondi e importanti - ha continuato - che abbiamo grande speranza non solo che quelli che parteciperanno avranno una buona discussione ma anche che emergano proposte ambiziose e che i vescovi tornino nei loro Paesi con skill tali da essere in grado di moltiplicare gli effetti della discussione". "Negli Stati Uniti - ha aggiunto la Rappresentante Onu - il nostro grande obiettivo è creare un mondo in cui la prevenzione sia ciò che prevale, perciò anticipiamo il summit con grandi speranze".
Rispondendo a una domanda sull'Italia, Santos Pais ha detto di parlare "in generale. Il mio mandato è globale - ha spiegato -, noi guardiamo alla situazione di tutti i Paesi, condividiamo le buone pratiche ma ovviamente esprimiamo anche preoccupazioni. Le preoccupazioni sono simili da Paese a Paese, il rischio è sempre molto presente per i bambini di tutte le età. Noi diamo un grande benvenuto ai Paesi che hanno adottato un'agenda di prevenzione e risposta alla violenza sui bambini".
"La legislazione è importante - ha sottolineato - perché ciascuno capisca che cosa non è negoziabile. Per questo i dati sono sempre molto importanti per rompere il silenzio e devo dire che in Africa ci sono stati magnifici esempi solo l'anno scorso, ad esempio in Zambia e in Uganda, dove hanno fatto delle grandi indagini mentre non vediamo gli stessi sforzi in Europa per avere chiari i dati su quanti bambini sono coinvolti in fenomeni di violenza e in quali contesti, quanto velocemente le indagini vengono svolte, e altri aspetti". "Tutto questo - ha detto ancora la Rappresentante Onu - aiuta la fiducia pubblica. Sappiamo che in Italia c'è una forte legislazione, che c'è un Garante dell'Infanzia, ma non abbiamo avuto dati recenti".
Il presidente del Centro per la Protezione dei minori, padre Hans Zollner, ha osservato che nel campo della lotta agli abusi nella Chiesa si tiene ben conto anche del problema della violenza sessuale ai danni delle suore. "Lo abbiamo presente già da prima che il Papa ne parlasse sull'aereo di ritorno da Abu Dhabi - ha evidenziato -. Il programma del nostro corso così come il Centro è incentrato sui minori, ma il metodo in sé che fornisce informazioni e skill nell'area della violenza sessuale è applicabile a tutti i gruppi che soffrono di abusi, c'è un collegamento naturale, vedremo come in futuro svilupperemo anche questo fronte".
Sono 16 i nuovi diplomati del corso che hanno ricevuto l'attestato stamane dopo una conferenza sul tema della Tolleranza zero tenuta da Marta Santos Pais. "I diplomati - ha spiegato Zollner - sono stati introdotti a questo nuovo approccio pedagogico che li ha formati in un modo unico per essere dei difensori, come loro stessi si definiscono e come è supposto che siano quando torneranno nei loro Paesi".