(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 17 MAG - L'itinerario del
viaggio di papa Francesco in Canada dal 24 al 30 luglio
prossimi, così come è stato annunciato lo scorso venerdì 14
maggio, scontenta parte delle comunità indiane che attendevano
nei propri territori il Pontefice e le sue scuse a nome della
Chiesa per gli abusi e i maltrattamenti perpetrati nelle scuole
residenziali cattoliche a danno dei piccoli nativi.
Troppo breve, con sole tre tappe e con l'aggravante che
tralascia alcuni luoghi-simbolo dello scandalo, insomma
insufficiente rispetto all'entità del dramma subito: questo il
giudizio di alcune delle comunità autoctone coinvolte, cui pure
il Papa, negli incontri avuti in Vaticano tra fine aprile e
inizio maggio, oltre a chiedere "perdono a Dio" e a manifestare
la sua "indignazione", la sua "vergogna" e il suo "dolore",
aveva promesso di portare personalmente la sua vicinanza nelle
rispettive terre d'origine.
Il programma dettagliato del viaggio sarà reso noto più
avanti, ma per ora se ne conoscono le tre tappe: Edmonton,
capoluogo della provincia occidentale dell'Alberta, Quebec,
capoluogo dell'omonima provincia francofona, ed Iqaluit,
capitale del territorio di Nunavut, nell'estremo nord, quasi ai
limiti del Circolo Polare Artico, nelle terre degli Inuit.
In particolare nell'Alberta, ma anche nelle altre zone,
esisteva una vasta rede di scuole residenziali. Sono quelle dove
dalla metà del 19/o secolo alla seconda metà del 20/o, più di
150.000 bambini delle comunità indigene furono assimilati,
costretti a frequentare le scuole gestite dalla Chiesa per conto
dello Stato, dove non avevano il diritto di parlare la loro
lingua. Lì subirono brutali maltrattamenti, furono tagliati
fuori dalle famiglie e privati della loro identità e cultura,
per diventare piccoli cattolici.
La visita papale, però, sfugge a diversi luoghi simbolo di
questo dramma epocale per le cosiddette "Prime Nazioni" (First
Nations) del Paese, e ciò non soddisfa diverse comunità
autoctone. È il caso del British Columbia, sulla costa
occidentale del Paese, provincia dove sono stati ritrovati lo
scorso anno, a Kamloops, i resti di 215 bambini aborigeni che
erano stati sepolti sul terreno di un ex collegio.
Tra l'altro, proprio tale scoperta fu un fattore scatenante
dello scandalo delle scuole residenziali, e quindi uno dei
motivi della visita papale. Il capo della Prima Nazione della
provincia, Rosen Casimir, parla di "un'occasione persa", a
proposito del fatto che il Pontefice non andrà sul sito della
più grande scuola residenziale che la Chiesa cattolica abbia
gestito in Canada. La delusione viene condivisa anche nel
Saskatchewan, al centro del Paese, dove l'estate scorsa erano
state scoperte altre tombe anonime. Neanche lì il Papa passerà.
Per molti leader aborigeni la visita è troppo breve viste le
proporzioni dei tragici fatti che si sono consumati nelle scuole
residenziali, ed è necessario aggiungere tappe al percorso. Ma i
vescovi canadesi - tra cui l'arcivescovo di Edmonton mons.
Richard Smith, che sta operando come coordinatore generale del
viaggio - spiegano che il percorso deve essere adattato alla
fragile salute del Papa, che ha 85 anni, e soprattutto seri
problemi al ginocchio, tanto da apparire di recente su una sedia
a rotelle.
Dicono anche che Bergoglio non può viaggiare in elicottero o
stare su un veicolo per più di un'ora e deve riposare tra un
evento e l'altro. La Conferenza episcopale canadese, comunque,
potrebbe aiutare finanziariamente le comunità indigene più
remote che desiderano partecipare alla visita di Francesco.
Tra l'altro il Pontefice, sul suo dolore al ginocchio destro,
che in ogni caso domenica scorsa non gli ha impedito di
celebrare la messa in Piazza San Pietro con le canonizzazioni
durata quasi due ore, continua a ironizzare. Proprio a margine
di quella messa, scherzando con un gruppo di sacerdoti
messicani, ha spiegato che il ginocchio "è molto capriccioso" e
che a lui "servirebbe un po' di tequila". (ANSA).