(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - ROMA, 22 LUG - Quella stessa "responsabilità" che
aveva invocato affinché non si chiudesse l'esperienza del
governo Draghi, il cardinale Matteo Maria Zuppi torna a
chiederla ora a camere sciolte e in vista del voto del 25
settembre. "Si presenta inevitabile l'ora dei doveri e delle
responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso
punto d'incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente
possibile perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma
collocate al servizio del bene comune e dell'intera
popolazione", dice l'arcivescovo di Bologna e presidente della
Cei. "È un tempo nel quale dobbiamo ricostruire il senso di
comunità, in cui come ha ricordato il presidente Mattarella
occorre un 'contributo costruttivo' da parte di tutti
specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica. E
ci auguriamo siano tanti e con tanta e profonda motivazione per
il bene comune", ha detto.
Zuppi ritiene "doveroso esprimere un sentito ringraziamento al
Presidente Draghi e a tutto il governo da lui presieduto per lo
sforzo di questi mesi così difficili e per il metodo di lavoro
che lo ha distinto".
"Comporre visioni discordanti in un unico interesse unitario
credo resti metodo indispensabile anche per il futuro",
sottolinea. E "in questo momento così decisivo e pieno di rischi
per l'Italia e l'Europa", rinnova "il forte appello alla
responsabilità individuale e collettiva per affrontare la
prossima scadenza elettorale". Secondo il cardinale,
"l'indispensabile interesse superiore impone di mettere da parte
quelli personali o individuali, per affrancare la politica da
tatticismi ormai, peraltro, incomprensibili e rischiosi per
tutti".
"Dobbiamo pensare alla sofferenza delle persone e garantire
risposte serie, non ideologiche o ingannevoli, che indichino
anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di
speranza", avverte. "Il fondamentale confronto politico non deve
mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei
problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la
cosa pubblica e senza agonismi approssimativi che tendono solo a
piccoli posizionamenti personalistici e non a risolvere le
questioni".
Per il presidente della Cei, "la crisi, insomma, può, anzi,
deve essere una grande opportunità per ritrovare quello che
unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la
passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliori". Le
pandemie "ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità,
di come può essere messo in discussione quello che appariva
sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue
pericolose conseguenze internazionali", ricorda.
"Dal dopoguerra non abbiamo mai vissuto una congiuntura così
complessa, a causa dell'inflazione e delle diseguaglianze in
aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione
enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe
enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell'emergenza climatica
e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la
condanna al precariato con il suo carico di fluidità". Secondo
Zuppi, "le fragilità emerse con la pandemia del Covid, ad
iniziare dagli anziani non autosufficienti, i disabili, i tanti
malati psichici, la tanta e atroce solitudine, richiedono una
protezione della persona efficace che solo uno straordinario
impegno può permettere".
"È quello che Papa Francesco chiama amore politico. Non
possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo
come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto
respiro diventano inevitabilmente interessi di parte,
individuali", aggiunge, annunciando infine per il prossimo 4
ottobre, festa di San Francesco d'Assisi, "una preghiera
speciale per l'Italia e per la pace". (ANSA).