(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 26 DIC - Che cosa è una 'bolla'
o cosa si intende per 'baciamano'; chi sono i 'gentiluomini di
Sua Santità' o quali corridoi attraversa un Capo di Stato che si
reca in visita dal Papa? Non si tratta di semplici curiosità ma
di un linguaggio, quello pontificio, che è tra i più antichi al
mondo. A ripercorrere la storia, i significati e il protocollo
della più antica istituzione del mondo è il libro "Linguaggi
pontifici" scritto da Andrea Gagliarducci con monsignor Stefano
Sanchirico, per Editoriale Romani.
Quando si parla di protocollo o di cerimoniale occorre tenere
presente che nel caso vaticano ci troviamo di fronte ad un
"unicum", come sottolinea nella prefazione Matteo Cantori,
docente dei Rapporti tra Stato e Chiesa presso l'Università
'Niccolò Cusano' di Roma. "Andare dal Papa - si sottolinea come
esempio nella stessa prefazione - non significa solo recarsi in
pellegrinaggio, in una determinata circostanza, dal Vicario di
Cristo, ma tutto assume contorni e significati diversi di chi
va, come ci va, e, nello specifico, in quale veste visita il
Pontefice".
Un viaggio dunque nei rituali e negli strumenti di governo
del Vaticano che hanno una storia millenaria e sempre un preciso
significato. Anche se molte cose sono cambiate, e soprattutto
sono state sfrondate, già a partire dal pontificato di Paolo VI.
Tra le visite al Papa la più complessa è la "visita di
Stato", ormai sempre più in disuso proprio per la complessità
dei dettagli del cerimoniale, tanto più in questo pontificato,
nel quale Papa Francesco tende a snellire e rendere più diretti
i rapporti. C'è poi la "visita solenne" ma con dettagli
differenti a seconda che l'incontro del Papa sia con un monarca
o con un Capo di Stato.
Curioso infine anche il cambiamento, per ragioni anche
solamente pratiche, di alcuni particolari delle cerimonie. Se
oggi i Capi di Stato possono raggiungere con un ascensore la
Biblioteca del Papa, dove normalmente si svolgono gli incontri,
lo devono alla Regina Fabiola del Belgio, alla quale fu
risparmiata la Scala Papale perché era incinta.
"C'è uno stile diplomatico - spiega Gagliarducci, vaticanista
del gruppo Ewtn -, un modo preciso di confezionare la
corrispondenza e i documenti della Santa Sede. Ed è fondamentale
conoscerlo, per comprendere il senso di ciò che viene fatto e di
come viene fatto". Così si può spiegare anche perché quella nota
del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul
Richard Gallagher, sul ddl Zan, fatta arrivare all'ambasciata
italiana presso la Santa Sede, non fosse firmata. Nessun
mistero, solo il rispetto del protocollo per quel tipo di
documento e quella situazione. (ANSA).