(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 30 MAG - "Oggi un caso Mortara
non potrebbe più ripetersi perché la libertà religiosa sancita
dal Concilio Vaticano II ha contribuito a cambiare prospettiva":
lo sottolinea l'Osservatore Romano che dedica oggi ampio spazio
all'ultimo film di Marco Belloccchio, 'Rapito', che ripercorre
la vicenda di Edgardo Mortara, il bambino ebreo sottratto alla
famiglia per educarlo secondo la fede cattolica.
"Rapito di Marco Bellocchio è il classico film che finisce
per far parlare d'altro. Per esempio della libertà di coscienza
e di culto, di Chiesa e Modernità, di Chiesa, Italia e
Risorgimento, di Chiesa e antigiudaismo, del rapporto tra la
Chiesa e le altre religioni... tutti temi molto importanti e
molto complessi, e tutti presenti tra le righe del film",
sottolinea il direttore del quotidiano, Andrea Monda, che parla
del caso Mortara come di "una storia drammatica quanto
ingiusta". "Si intuisce che il tema che cova sottostante per
tutto il film - scrive ancora Monda - è quello dell'amore e
quindi della libertà".
Per il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea
Tornielli, un caso Mortara non potrebbe ripetersi oggi perché,
dopo il Concilio, la prospettiva è profondamente cambiata: "I
credenti vivono la stessa fede con una diversa coscienza, come
dimostra il significativo cambiamento sulla pena di morte, un
tempo praticata anche dallo Stato Pontificio e oggi dichiarata
inammissibile nel Catechismo della Chiesa cattolica dopo un
cammino di riflessione inaugurato da Giovanni Paolo II e
concluso da Francesco".
Il giornale del Papa ospita, sull'argomento, anche un
contributo di Marco Cassuto Morselli, Presidente della
Federazione delle Amicizie Ebraico—Cristiane. (ANSA).