(ANSA) - ROMA, 22 APR - "Dio non corre ma non è mai in
ritardo": parte da questo proverbio ungherese l'invito a
riconsiderare i ritmi del tempo per ritrovare se stessi e anche
il rapporto con Dio. Ne parla padre Maurizio Botta nel libro "Il
ritmo della lumaca. Sul viver lenti e felici" (edizioni Piemme).
Padre Maurizio Botta, originario di Biella, figlio di
imprenditori e laureato alla Bocconi, nel 2000 è entrato nella
congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri a Roma e dal
2006 è sacerdote. Ogni anno propone un ciclo di catechesi,
"Cinque passi al mistero", che, a parte il periodo di
restrizioni per il Covid, ha richiamato centinaia di persone.
Padre Botta, in questi incontri alla Chiesa Nuova di Roma,
cinque all'anno appunto, affronta "argomenti che interrogano
tutti, non solo i credenti", sottolinea nella prefazione la
giornalista e scrittrice Costanza Miriano.
Il libro raccoglie le trascrizioni di alcuni di questi
incontri. Il filo rosso che li unisce è la lentezza, la noia,
la paura di sbagliare. Tutto questo in un mondo dove normalmente
si è travolti da doveri e scadenze, dalla necessità di essere
sempre reperibili e sul pezzo. "Quante volte non ci curiamo di
trovare un giusto equilibrio tra velocità e lentezza, di
concederci attimi di silenzio e di noia, due dimensioni tanto
temute eppure così necessarie e inevitabili? Per non parlare di
quando è stata l'ultima volta - ci si chiede nella presentazione
- che ci siamo fermati a riflettere sulla nostra felicità, a
contemplare le meraviglie intorno e dentro di noi, la bellezza
dell'arte, il potere antico del cantare, la pienezza di una
castità che è libertà dal possesso in ogni rapporto, d'amore o
d'amicizia".
L'invito dunque è quello di ripartire con un ritmo diverso e
imparare dalla piccola lumaca: "come lei, anche noi funzioniamo
secondo un ritmo naturale che è ora di riscoprire, ascoltare e
rispettare per poter vivere con gioia". Padre Maurizio Botta
affronta questo con lo sguardo al Vangelo ma citando anche il
pensiero di persone diverse e lontane tra loro da Pavese a
Sartre, da Franco Califano al rapper Anastasio.
Nel libro il padre 'filippino' affronta anche la questione
della castità, una impresa come quella di "Davide contro Golia",
scrive, perché "oggi fare una catechesi sulla verginità e la
castità, affrontare un argomento tabù, così lontano dai desideri
e dai pensieri della società moderna e del mondo occidentale -
un tema che nemmeno più in chiesa o durante il catechismo si osa
toccare - sembra davvero un'impresa titanica". (ANSA).