(dell'inviata Manuela Tulli)
(ANSA) - IRPIN', 29 MAR - Fare scuola ai tempi della guerra
significa anche 'doppiare' aule, cattedre, lavagne, banchi.
Succede ad Irpin nell'istituto "Numero 1", dove ai due piani
dell'istituto, che accoglie ragazzi dalla prima elementare
all'ultimo anno del liceo, ce ne è un terzo, il bunker,
completamente attrezzato. Quando suona l'allarme antiaereo, e
qui è ancora molto frequente, i ragazzi e gli insegnanti
scendono nel rifugio, totalmente attrezzato. E lì ciascuno va
nella sua classe e si continua a spiegare o ad interrogare.
Ad un anno esatto dalla liberazione di Irpin, la cittadina
alla periferia della capitale Kiev, che ha vissuto i
bombardamenti e l'occupazione dei russi, la preside Olena
Illyashenko assicura che "oggi l'umore è positivo, siamo
abituati a questi ritmi di vita con i continui allarmi aerei. I
ragazzi sanno che cosa devono fare e sono abbastanza
disciplinati".
Dei 1300 studenti, sono circa 800 quelli che frequentano 'in
presenza'. Gli altri si collegano dall'estero, dove le famiglie
hanno scelto di continuare a stare, dopo aver lasciato l'Ucraina
a causa della guerra. Come Arina, 8 anni, che è appena tornata
da San Gervasio, in Lombardia, dove ha vissuto sei mesi con la
sua famiglia.
Oggi la scuola "Numero 1" di Irpin ha aperto le sue porte
alla missione umanitaria e di pace guidata da Francescani,
Auxilium, Comunità Sant'Egidio e Figc. Una lunga 'ricreazione'
nella quale hanno ricevuto in dono i libri inviati da Papa
Francesco e le divise della nazionale di calcio italiana (1500
capi di abbigliamento tra magliette, pantaloncini e tute)
regalate dalla Figc. E nella palestra appena rifatta della
scuola hanno anche improvvisato una partita. "La cosa che più mi
ha colpito - dice Angelo Chiorazzo, presidente della cooperativa
Auxilium - è che ci hanno ringraziato e detto: 'ci avete portato
un sorriso e oggi i sorrisi sono veramente pochi'. I ragazzi
oggi si sono divertiti e io credo che questo dono i ragazzi se
lo porteranno dietro per sempre. Questo marchio dell'Italia e
questo gesto di amicizia del nostro Paese non lo dimenticheranno
mai". Il francescano padre Enzo Fortunato, salutando la preside,
ha sottolineato: "Voi siete di grande insegnamento: la vostra
sofferenza e il vostro sacrificio incoraggiano a costruire la
pace".
Ad aprire l'anno scolastico a settembre è stato un ospite
d'eccezione, il presidente ucraino Volodymir Zelensky, e la
preside Olena ci mostra con orgoglio le foto e i video del primo
giorno di scuola con Zelensky seduto tra i banchi insieme ai
bambini vestiti a festa per l'occasione.
L'istituto era stato gravemente danneggiato dai colpi dei
primi combattimenti. Grazie all'Unicef è stato rifatto il tetto
e sono state cambiate 250 finestre che erano andate in frantumi.
Olena ricorda quando tornarono i primi di aprile, dopo le
settimane di occupazione: "Era tutto distrutto, io e le altre
insegnanti ci siamo messe a pulire. I ragazzi erano andati via
con le loro famiglie, poi piano piano hanno cominciato a
tornare. Ora, nonostante gli allarmi e la guerra che continua,
questi ragazzi stanno lentamente recuperando nella loro scuola
nuova il sorriso". (ANSA).