(ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Il cortile digitale non è l'unico
modo e il miglior modo di vivere. I giovani hanno bisogno di
incontrarsi, di stare insieme, di abbracciarsi": lo ha detto il
Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime,
incontrando i giovani salesiani di Belo Horizonte, in Brasile,
lo scorso mese di agosto. Ci sono dunque le piattaforme
digitali, che hanno favorito gli incontri durante il Covid, ma
ora occorre tornare anche a vedersi faccia a faccia, secondo lo
spirito di don Giovanni Bosco. È proprio quello che ha fatto don
Artime nell'ultimo anno, percorrendo in lungo e in largo il
mondo proprio per tornare ad una pastorale di presenza. Questi
viaggi, dall'India agli Stati Uniti, dallo Zambia al Perù, e con
tappe significative anche in Italia, sono raccolti in un volume
che verrà presentato domani in Vaticano: "Il carisma della
presenza e della speranza. Un anno viaggiando con don Angel
Fernandez Artime" a cura di don Giuseppe Costa.
"Presso la Casa Museo Don Bosco di Torino-Valdocco - racconta
nella presentazione don Costa, segretario e co-portavoce del
Rettor Maggiore, e un passato alla guida della Libreria Editrice
Vaticana - è possibile vedere in una teca un mappamondo. Qui San
Giovanni Bosco fu solito indicare, a detta di testimoni, i
luoghi dove i suoi figli sarebbero giunti". E oggi i Salesiani,
a 150 anni dalla fondazione vivono in 136 Paesi "e proprio là -
assicura il curatore del libro - dove il Fondatore li aveva
indicati".
Era un mondo in cui non esisteva zoom per le riunioni o i
social per restare in contatto. Ma quello dei salesiani resta
ancora oggi, e anche dopo i mesi di isolamento per il Covid, una
realtà di "presenza" perché solo così c'è davvero "speranza",
secondo il filo conduttore del volume che ripercorre quindici
mesi di incontri del 'globetrotter salesiano', don Fernandez
Artime. Sono state "visite a tutto campo, non solo celebrazioni"
spiega nell'introduzione Franco Garelli perché "le immagini
della 'toccata e fuga' o della pura celebrazione di eventi
importanti non si addicono alle visite del Rettor Maggiore".
E in questo suo peregrinare, per fare da ponte tra le diverse
aree e anime salesiane nel mondo, il successore di Don Bosco
parla dei "miracoli" dei quali è testimone perché a fare grande
la Congregazione sono alla fine le piccole storie. Come quella
del missionario salesiano della Repubblica Ceca che vive in
Siberia, in mezzo ai ghiacci, e ha una comunità che vive a mille
chilometri di distanza e che riesce a vedere una volta al mese.
Ma quanto basta per fare dire ai fedeli del luogo: "Dio non si è
dimenticato di noi".
Il libro sarà presentato domani mattina dallo stesso don
Angel Fernandez Artime presso il Collegio Teutonico nella Città
del Vaticano. (ANSA).