(di Manuela Tulli)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 30 MAG - Ha ricevuto con un
whatsapp, da un amico musulmano, una vignetta blasfema ed è
stato condannato a morte: la notizia arriva dal Pakistan e
riguarda un giovane cristiano accusato e condannato per
blasfemia. Gli avvocati e la famiglia negano le accuse e si
preannuncia un nuovo caso Asia Bibi, la donna che ha subito per
dieci anni il carcere duro, ha rischiato la pena di morte ma
alla fine è stata scagionata. Asia Bibi vive ora con la sua
famiglia in Canada a causa delle minacce degli islamisti.
Nouman Asghar, 24enne cristiano della città di Bahawalpur, in
Punjab, Pakistan, è stato oggi condannato a morte per blasfemia
da un tribunale di primo grado di Bahawalpur. Lo ha riferito
l'agenzia Fides. Il giovane era stato arrestato nel 2019 per
violazione dell'articolo 295-c del codice penale del Pakistan,
che punisce il vilipendio verso il Profeta Maometto, a causa di
una presunta blasfemia via WhatsApp. Secondo l'avvocato Aneeqa
Maria Anthony, della Ong 'The Voice', "il magistrato ha ignorato
tutte le procedure e ha ignorato tutte le prove a favore
dell'imputato". La famiglia del giovane nega l'accusa.
Sul cellulare del giovane Nouman Asghar, condannato alla pena
di morte, e del suo amico Sunny Mushtaq, anch'egli arrestato,
sono stati trovati messaggi contenenti disegni blasfemi del
profeta Maometto, presenti nella chat di WhatsApp. Il processo a
carico del giovane si è concluso nel gennaio scorso, ma il
giudice distrettuale nel tribunale di primo grado a Bahawalpur
ha impiegato 5 mesi prima di emettere la sentenza, pubblicata
oggi 30 maggio. Secondo l'avvocato Aneeqa Maria Anthony, della
Ong "The Voice", che cura la difesa legale di Asghar e Mushtaq,
"il magistrato ha voluto solo completare il suo 'sacro dovere'
di punire un presunto bestemmiatore. Ci aspettiamo la stessa
sorte per Sunny Mushtaq. Sono stati arrestati per un gioco tra
adolescenti. Le loro famiglie stanno soffrendo molto. Il nostro
team legale di The Voice sta mettendo tutto l'impegno necessario
a garantire loro giustizia, aiutando le loro famiglie e restando
al loro fianco in questi tempi bui e difficili".
Secondo i legali, i due giovani, Mushtaq e Asghar, hanno
ricevuto il meme blasfemo sui loro smartphone da Bilal Ahmad,
giovane musulmano, ma la polizia non ha intrapreso alcuna azione
contro Ahmad, che era il mittente dell'immagine blasfema.
"Questo è un altro esempio di uso improprio delle leggi sulla
blasfemia", afferma l'avvocato Anthony, chiedendo alle autorità
di condurre un'indagine equa sul caso e annunciando il ricorso
in appello. (ANSA).