Torino omaggia il jazz nella sua
versione club, in 12 locali cittadini, dal 27 settembre al 3
ottobre, con 46 appuntamenti in 7 giorni e 220 artisti, tra
musicisti, attori, danzatori e dj da tutto il mondo. Si tratta
della seconda tranche del TJF (Torino Jazz Festival) 2021 che,
per il secondo anno, causa pandemia, ha diviso la sua
programmazione in due parti, la prima in giugno, nei grandi
spazi come Ogr e Conservatorio, e la seconda adesso, chiamata
Tjf-Cl (H) Hub, nei club.
"La pandemia ha falcidiato jazz e musica dal vivo - hanno
spiegato i direttori del Tjf, Diego Borotti e Giorgio Li Calzi -
ma noi abbiamo sempre cercato di stringerci intorno agli
artisti, anche nello scorso terribile lockdown, promuovendo
l'online. Per non interrompere il flusso della cultura, della
musica e dell'arte, per non lasciare orfani né loro né il
pubblico. I club, anche se ancora obbligati ad ospitare la metà
del pubblico possibile, in media 60 persone, hanno apprezzato
molto il progetto".
I concerti, due dei quali in carcere "per portare la musica
anche a chi non può uscire a cercarla" dice Li Calzi, sono tutti
gratuiti ad eccezione di quello nell'aula del Politecnico, il 29
settembre, con il grande trombettista Markus Stockhausen, al
prezzo politico di 8 euro. Tra gli altri attesi big John
Greaves, un mito del rock progressivo, Rick Margitza che iniziò
a suonare con Miles Davis, la vocalist Lauren Henderson, gli
italiani Gabriele Mirabassi e Simone Zanchini. "Purtroppo tutti
i concerti sono ancora su prenotazione - conclude Alessandro
Isaia, direttore di Fondazione per la Cultura Torino - speriamo
presto di tornare a muoverci con più libertà".
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