(ANSA) - MILANO - Il Piano nazionale Industria 4.0 prevede
una serie di investimenti pubblici in 4 anni per complessivi 23
miliardi di euro, così distinti: 13 miliardi di incentivi
fiscali, più 10 miliardi di investimenti diretti (su banda
larga, Fondo centrale di garanzia, altri). Di questi
investimenti, 1,3 miliardi sono previsti per quello che il piano
definisce lo "scambio salario-produttività".
MODELLO ITALIANO - Sul 4.0 tutti i grandi Paesi hanno
impostato un loro modello che prevede sinergie diverse tra
pubblico e privato. Il modello italiano punto su queste
caratteristiche: pochi grandi player privati industriali e Ict;
limitato numero di capi filiera; sistema fortemente basato sulle
pmi; ruolo chiave di pochi grandi poli tecnologici di livello
mondiale; forte connotazione culturale dei prodotti finiti (il
made in Italy 4.0). Secondo il governo, in piano "mobiliterà"
solo nel primo anno investimenti privati per altri 10 miliardi.
DIRETTRICI CHIAVE - Investimenti innovativi da privati +10
miliardi (da 80 a 90 miliardi); +11,3 miliardi di spesa privata
in ricerca, sviluppo e innovazione; +2,6 miliardi di volume di
investimenti privati "early stage"; investimenti sulle
competenze: 200mila studenti universitari e 3.000 manager
specializzati sui temi 4.0 (355 milioni, già stanziati, per l'
implementazione del Piano Nazionale Scuola Digitale); +100% di
studenti iscritti (saranno stanziati 200 milioni dai privati e
700 milioni dal pubblico per master universitari e Istituti
Tecnici Superiori specializzati sui temi 4.0; "Competence
Center" nazionali (100 milioni dai privati, 100 milioni dal
pubblico).
DIRETTRICI DI ACCOMPAGNAMENTO - Così il piano definisce le
principali iniziative contenute, e i relativi finanziamenti: 6
miliardi dai privati e 6,7 miliardi (in 4 anni) dal pubblico per
la banda larga; 22 miliardi dai privati e 0,9 miliardi (nel
2017) dal pubblico perla riforma e il rifinanziamento del Fondo
Centrale di Garanzia; 1 miliardo dai privati e 0,1 miliardo dal
pubblico (nel 2017) per il made in Italy; 2,8 miliardi dai
privati e 1 miliardo (nel 2017) dal pubblico per i "contratti di
sviluppo"; 1,3 miliardi dal pubblico in quattro anni per il
rafforzamento dello "scambio salario-produttività".
POLI DI RICERCA DI LIVELLO MONDIALE: si tratta dei cluster
tecnologici sul modello di Human Technopole a Milano,
nell'ambito dei quali si prevede un incremento dei dottorati di
ricerca. Previsti investimenti per 70 milioni dai privati e 170
dal pubblico (di cui 150 già stanziati.
IPERAMMORTAMENTO E SUPERAMMORTAMENTO - Il piano prevede per
chi investe in innovazione un iperammortamento e un
superammortamento. L'iperammortamento consiste nell'incremento
della aliquota degli investimenti 4.0 dall'attuale 140% fino al
250%. Il superammortamento prevede una proroga con aliquota al
140% "ad eccezione di veicoli ed altri mezzi di trasporto che
prevedono una maggiorazione ridotta al 120%". La modulazione del
credito di imposta per ricerca e innovazione sarà incrementale,
con l'aliquota della spesa interna portata fino al 50%, e con un
credito massimo da 5 fino a 20 milioni di euro.
DETRAZIONI FISCALI - Previste detrazioni fiscali fino al 30%
per investimenti fino a 1 milione di euro in start-up e pmi
innovative. L'impegno pubblico complessivo nei 4 anni è pari a
23 miliardi tra incentivi fiscali e investimenti innovativi,
l'impegno privato previsto - indicativamente - dal piano è pari
a 24 miliardi in quattro anni.
LA CABINA DI REGIA - Prevede questa composizione: Presidenza
del Consiglio; Ministeri dell'Economia, dello Sviluppo
Economico, dell'Istruzione, del Lavoro, delle Politiche
Agricole, dell'Ambiente; Politecnici di Bari, Milano e Torino
oltre alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa; i Centri di
ricerca; la Cdp; Confindustria e, più in generale, il mondo
economico e imprenditoriale; i sindacati. (ANSA).