(ANSA) - PERUGIA, 27 AGO - In calo i fallimenti in Umbria
rispetto a due anni fa. Se nel primo semestre del 2019 furono
5.380, nello stesso semestre di quest'anno sono state solo 4.667
in base ai dati Unioncamere-InfoCamere tratti dal Registro delle
imprese delle Camere di commercio.
Lo scorso anno i fallimenti furono "solo" 2.924, per la Camera
di commercio dell'Umbria un dato tuttavia "fortemente segnato"
dai lockdown e soprattutto dal prolungato stop alle attività dei
tribunali.
Altro numero ritenuto interessante è il tasso di fallimento
delle imprese italiane che si attesta allo 0,76.
"La situazione nella nostra regione - ha osservato il
presidente dell'ente camerale umbro Giorgio Mencaroni - è
abbastanza buona per quanto attiene alla percentuale di
fallimenti con solo 87 imprese costrette a chiudere questo
semestre contro le 107 del primo semestre 2019, ovvero il 18,7%
in meno. Lo scorso semestre si sono registrate solo 47
fallimenti. Insomma, nonostante la crisi e le mille difficoltà
imposte dalla pandemia, il tessuto imprenditoriale regionale ha
retto il colpo".
Riguardo al resto d'Italia (che ha una media di -13,3% di
fallimenti) mostra - riferisce ancora la Camera di commercio -
come solo tre regioni abbiano registrato un maggior numero di
chiusure rispetto a due anni fa ovvero la Basilicata (+53,6%),
il Molise (+41,7%) e la Sicilia (+1,4%). Diverso il discorso per
il tasso di fallimento che fotografa il numero di imprese
fallite per 1.000 registrate. "In questo caso - ha evidenziato
Mencaroni - la situazione umbra non è ottimale perché dopo la
Lombardia che guida questa spiacevole classifica con un 1,01%,
il Lazio e il Molise appaiati con un 0,97% c'è proprio l'Umbria
con un pesante 0,92%. Ovviamente questi dati possono anche
essere letti come indicatori di una diversa e più spiccata
propensione al rischio e quindi come indici di un contesto
maggiormente aperto al rischio d'impresa".
Tornando ai dati "chiari ed inequivocabili" la dinamica dei
fallimenti in Italia si distribuisce in modo piuttosto omogeneo
tra i settori di attività delle imprese con il solo settore
della fornitura di energia a spiccare con un vertiginoso (+60%),
mentre tra i grandi comparti quello che ha registrato la
migliore performance sono state le attività immobiliari con una
flessione del 33,1% dei fallimenti. La situazione in Umbria,
invece, fotografa le maggiori difficoltà nei settori dei
trasporti-spedizioni, del commercio, delle costruzioni e del
turismo. Tengono bene agricoltura e assicurazioni. (ANSA).