“Durante il primo lockdown, nel marzo 2020, ci siamo ritrovati isolati, ognuno a casa propria. Uscivamo solo per fare i turni come volontari alla Croce Rossa. Avevamo molta paura, era l’inizio della pandemia e ancora non sapevamo come intervenire. Una situazione che mi ha subito spinto a pensare al futuro con fiducia. Così, appena hanno riaperto le strade, ho preso la bicicletta e sono andato a trovare gli altri comitati CRI”. Giancarlo Perazzi, appassionato ciclista, è volontario della Croce Rossa di Acqui Terme, da anni impegnato con eventi sportivi ciclo-solidali. Da quell’esperienza sulle due ruote è nata la Torino-Solferino, che quest’anno è alla sua seconda edizione. Un evento di cui il bracciale salvavita AIDme ha scelto di essere partner-sponsor per l’importanza del messaggio di speranza, solidarietà e promozione della salute che lo ispira.
“Nella prima edizione, vissuta come ciclista in solitaria, ho incontrato 27 comitati della Croce Rossa e ho attraversato quattro regioni del Nord Italia, percorrendo 720 km: dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia Romagna. La carica emotiva è stata forte, sia per me sia per i 300 volontari CRI che mi hanno accolto e assistito lungo il percorso. Ci siamo sentiti uniti dal messaggio di speranza e dal desiderio di ricordare le vittime del Covid e l’impegno dei volontari durante la pandemia. Quando sono arrivato a Solferino il 24 giugno ho partecipato ad un momento che ha desiderato rievocare la fiaccolata che si svolge ogni anno sui luoghi che, durante la storica battaglia del 1859, ispirarono ad Henry Dunant l'idea di Croce Rossa. Nel 2020 è stata trasmessa virtualmente con un live streaming in modo da permettere a tutti di partecipare”.
Due mesi dopo Giancarlo Perazzi è ripartito da Torino per la Svizzera, stavolta non da solo, ma accompagnato da alcuni volontari CRI in camper: una pedalata di tre giorni e 300 chilometri per arrivare a Ginevra il 22 agosto, giorno in cui si ricorda la nascita della Croce Rossa Internazionale, avvenuta nel 1864 con la firma della Prima Convenzione di Ginevra.
Ora è tutto pronto per la seconda edizione in bici di Torino-Solferino, che si svolgerà dal 22 al 26 giugno 2021: 35 comitati coinvolti, 8 regioni attraversate, 600 km percorsi, 3mila metri di dislivello. Sette ciclisti volontari CRI pedaleranno portando con loro il significato dei 7 Principi della Croce Rossa, arrivando a Solferino proprio nella tradizionale giornata di festa. Un modo per ricordare anche la “Croce Rossa in Bici”.
Ad organizzare l’evento è il Comitato Croce Rossa di Acqui Terme, in collaborazione con 40 Comitati presenti in otto regioni e con il supporto del gruppo BikeISLife #PedaliAMOITALIA. Un percorso sulle due ruote dedicato alla promozione della salute e degli stili di vita sani, alla valorizzazione del patrimonio culturale dei luoghi attraversati e alla condivisione del significato dei sette Principi, guida e faro delle azioni dei Volontari della Croce Rossa: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità.
Per prepararsi alla Torino-Solferino i ciclisti si sono già dati appuntamento per due giorni di training il 5-6 giugno in Piemonte, a Settimo Torinese. Qui sono ritrovati i sette atleti e la carovana proveniente da diverse regioni d’Italia per coniugare l’attività sociale e sanitaria con quella sportiva, condividendola con altri volontari. Duecento i chilometri percorsi in totale, 118 il primo giorno e 72 il secondo: da Torino ad Ivrea, da Montanaro a Rivarolo canavese fino a sfiorare la Valle d’Aosta con Settimo Vittone.
Al polso i ciclisti hanno indossato il bracciale salvavita AIDme, che Monica Cerin, amministratore di Audens, ha consegnato a tutti i Comitati CRI partecipanti e alle istituzioni locali coinvolte da “Croce Rossa in bici”. “E’ stata un’esperienza molto interessante ed emotivamente coinvolgente - ha dichiarato Cerin - perché vissuta a contatto con i comitati CRI, ma soprattutto con i volontari che tanto si adoperano per la salute e la sicurezza di tutti noi cittadini. Ho appreso con quanto entusiasmo i soccorritori abbiano ricevuto il bracciale salvavita AIdme, trovandolo un mezzo utile per la massima tutela della salute delle persone in caso di intervento sul campo”.
“Ringraziamo Audens, da anni impegnata nell’aiutare il prossimo con il bracciale salvavita AIDme”, ha aggiunto Giancarlo Perazzi. “Oltre ad essere uno strumento importante per il primo soccorso, è un prezioso supporto hitech per noi sportivi. Controlliamo regolarmente la nostra salute con frequenti visite mediche, ma è importante avere al polso tutte le informazioni sanitarie da consultare in caso di necessità”.
COMUNICATO STAMPA - Responsabilità editoriale AUDENS S.R.L.