(ANSA) - ROMA, 27 MAR - La "gravissima" situazione in cui i
26.000 consulenti del lavoro sono costretti ad operare è
raccontata, in una lettera al premier Giuseppe Conte, dalla
presidente del Consiglio nazionale della categoria professionale
Marina Calderone. In particolare, riferisce, dall'entrata in
vigore del decreto Cura Italia "ci siamo messi al lavoro,
nonostante le mille difficoltà che quotidianamente incontriamo
per mantenere l'operatività delle nostre strutture, con l'unico
scopo di mettere in sicurezza le aziende e i lavoratori italiani
con il ricorso alle integrazioni salariali. Lei è certamente
consapevole che la scelta del Governo di finanziare la cassa
integrazione emergenziale Covid-19 aumentando le risorse oggi
disponibili sulle varie gestioni tenute presso l'Inps, costringe
a presentare una molteplicità di domande differenti - una
tipologia per gestione per una causale che, invece è uguale per
tutti. Sarebbe bastato, invece - scrive Calderone, che aveva
fatto analoga richiesta, nei giorni passati - creare un unico
ammortizzatore sociale emergenziale, appostare su di esso tutti
i fondi dispersi sulle varie gestioni, e tutto sarebbe stato più
semplice ed immediato, per noi e per l'Inps", e "in questo caso,
l'obiettivo di pagare i primi sussidi entro il 15 aprile, si
sarebbe raggiunto". Ecco perché Calderone, evidenziando che "da
giorni" è stata "ingaggiata una lotta contro il tempo, contro le
tante burocrazie di questo Paese, contro le evidenti
incongruenze dei vari processi di concessione introdotti dal
decreto", aggiunge: "Le rassegno la delusione della categoria
per avere udito, nel suo intervento in Parlamento, parole di
ringraziamento per l'opera che stanno svolgendo i sindacati dei
lavoratori e nessun incoraggiamento per quanto i consulenti del
lavoro fanno nell'interesse di tutti". (ANSA).