(ANSA) - ROMA, 02 SET - Un ripensamento sullo sciopero della
categoria indetto dal 14 al 22 settembre? "Soltanto in presenza
di atti concreti" da parte del governo. E' la risposta che i
presidenti sindacati dei commercialisti Anc e Ungdcec Marco
Cuchel e Matteo De Lise danno all'ANSA, a seguito dei 'faccia a
faccia' di oggi, a palazzo Madama, quando sono stati ascoltati,
insieme ai vertici del Consiglio nazionale, dalla Consulta dei
parlamentari commercialisti (l'organismo coordinato dal senatore
di FdI Andrea de Bertoldi che raggruppa esponenti di ogni
partito politico, uniti dalla medesima attività professionale,
ndr) e, poi, ricevuti dal numero uno della commissione Finanze
del Senato Luciano D'Alfonso (Pd). Tra le ipotesi emerse dai
colloqui, fanno sapere le associazioni di categoria, quella di
poter ottenere una moratoria sulle sanzioni per i versamenti
fiscali effettuati in ritardo, entro il 30 settembre, nonché
l'istituzione di un tavolo tecnico permanente, che veda i
commercialisti "attori protagonisti" del piano di riforma del
sistema fiscale e della giustizia tributaria. Per Cuchel lo stop
alle sanzioni per i ritardati pagamenti, "per noi che avevamo
chiesto la proroga dei versamenti al 30 settembre, a causa delle
difficoltà che professionisti e clienti hanno avuto a causa
dell'emergenza Covid-19, sarebbe un atto dovuto", e "non
sufficiente a fermare l'agitazione". A giudizio di De Lise,
qualora le due iniziative ventilate venissero realizzate in
tempo brevi "ci si potrebbe pensare, ma allo stato attuale lo
sciopero resta confermato, così come la manifestazione dei
commercialisti in piazza, a Roma, il 15 settembre", conclude.
(ANSA).