(ANSA) - ROMA, 07 MAR - In base alle stime della Fondazione
studi dei consulenti del lavoro "sui dati recentemente
revisionati dell'Istat, tra 2019 e 2021, il numero degli
occupati si è ridotto di 567.000 unità, per una contrazione del
2,5%", e "quasi la metà dei posti di lavoro persi a seguito
della pandemia da Covid-19 (il 49,2%) è stato femminile". Lo si
legge nello studio dei professionisti, che precede la Festa
internazionale della donna, domani, 8 marzo. Secondo le
elaborazioni condotte sulle Comunicazione obbligatorie giunte al
ministero del Lavoro relative ai primi nove mesi del 2021, "sono
state 2,3 milioni le donne interessate dall'attivazione di
almeno un nuovo contratto di lavoro, un valore che, malgrado la
ripresa, risulta ancora inferiore al 2019 (-1,5%) quando il
numero delle nuove attivate era stato più alto". Sul totale dei
lavoratori, va avanti la ricerca, la quota 'rosa' ha
rappresentato "il 46,2% delle nuove assunzioni", mentre nel 2019
erano state il 45,6%. L'indagine dei consulenti, poi, mette in
luce il maggior ricorso, per ciò che concerne la componente
femminile, a contratti a termine e flessibili, giacché "soltanto
il 21,3% delle donne (ma tra gli uomini la percentuale scende al
19,1%) è stata interessata dall'attivazione di un contratto a
tempo indeterminato, mentre la maggioranza ne ha avuto uno a
termine (64%), o flessibile di altra natura. I primi, peraltro,
risultano in calo, rispetto al 2019 (-7,9%), mentre i secondi
aumentano (3%)", si legge, infine. (ANSA).