(ANSA) - ROMA, 08 APR - Un "obbligo" senza sanzioni per chi
non vi adempie, "squilibrato nelle responsabilità assegnate al
datore di lavoro": è così che la Fondazione studi dei consulenti
del lavoro inquadra la norma definita "timida" che ha introdotto
il vincolo vaccinale del personale sanitario per prevenire
contagi da Covid-19. Nell'approfondimento di oggi, 8 aprile,
l'organismo dei professionisti analizza nel dettaglio le
disposizioni contenute nel provvedimento: dall'iter per
l'accertamento dell'obbligo vaccinale al diritto
all'esenzione, fino alla distribuzione di oneri e
responsabilità, con un focus sul ruolo del datore di lavoro cui
spetta, in ogni caso, la salvaguardia dell'ambiente di lavoro,
la protezione dei pazienti e l'operatività dei servizi sanitari.
"Appare confermata l'impossibilità, nonostante l'obbligo
vaccinale, di procedere con il licenziamento di chi non possa o
non voglia sottoporsi al vaccino. Il decreto impone l'obbligo,
ma poi prescrive puntualmente i provvedimenti alternativi che il
datore di lavoro deve adottare nel caso in cui il lavoratore non
possa o non voglia vaccinarsi: esclusa, quindi, qualsiasi
automaticità tra mancata vaccinazione e licenziamento. Certo -
si legge - non possono essere considerati provvedimenti
disciplinari l'adibire il lavoratore che rifiuti il vaccino ad
altre mansioni o, in subordine, la sospensione senza
retribuzione". (ANSA).