(di Vincenzo Chiumarulo)
(ANSA) - BARI, 29 DIC - Sono ancora una volta donne le
vittime di violenze e abusi da parte di uomini che da compagni
di vita si trasformano in orchi feroci: a Bari è stato arrestato
un insospettabile imprenditore 50enne che per quattro anni ha
abusato delle due figlie minori della sua convivente,
violentandole anche di notte nella loro cameretta; mentre a
Canosa (Bat) è finito in manette un 54enne che costringeva la
compagna disabile cinquantenne a prostituirsi per procurargli i
soldi necessari al gioco d'azzardo di cui era diventato schiavo.
In entrambi i casi è stato il coraggio delle vittime di
denunciare a porre fine ai soprusi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le due
sorelline sarebbero state abusate durante la convivenza della
loro madre con il compagno, un uomo con cui era socia in affari.
Per questo i due continuavano a vedersi anche dopo la fine della
loro relazione sentimentale, avvenuta due anni fa. E' stata
questa frequentazione a fare esplodere il disagio soffocato
dalla ragazza più grande che, dall'essere solare ed espansiva,
era diventata scostante, litigiosa, e aveva cominciato ad avere
disturbi alimentari. Sono stati questi segnali a spingere sua
madre a chiederle spiegazioni fino a quando la piccola ha
raccontato tutto alla donna e al padre naturale: insieme hanno
deciso di denunciare. Da qui è scattato l'intervento del pool
fasce deboli della Procura di Bari che ha indagato per un mese
e ha disposto l'ascolto protetto delle piccole vittime, alla
presenza di uno psicologo. I fatti riferiti dalle ragazzine
hanno permesso l'arresto dell'imprenditore con le accuse di
violenza sessuale continuata e aggravata e corruzione di
minorenne.
A Canosa è stato invece il sostegno di un'amica a convincere
la donna che da mesi veniva sottoposta a violenze e derubata, a
denunciare il compagno diventato il suo aguzzino. L'uomo, un
ludopatico, le sottraeva la pensione d'invalidità per giocare
alle slot machine. E quando il denaro non bastava la minacciava
con un coltello costringendola a prostituirsi, procacciando lui
stesso i clienti. In alcuni casi non le avrebbe consentito di
prendere le medicine di cui aveva bisogno, obbligandola a bere
alcolici. Quando la donna ha deciso di lasciarlo e di cambiare
casa, il 54enne ha iniziato a pedinarla, a minacciarla di morte,
e ha perfino incendiato l'auto dell'amica da cui si era
rifugiata. Esasperata, la vittima ha chiesto aiuto ai
carabinieri facendo partire le indagini che hanno portato
all'arresto dell'uomo con le accuse di stalking, induzione e
sfruttamento della prostituzione, e danneggiamento seguito da
incendio.
A Lecco, intanto, è arrivata a conclusione la vicenda
processuale di un uomo, ora cinquantenne, per il quale la
Cassazione ha confermato la condanna a tre anni e dieci mesi di
reclusione per aver compiuto abusi sessuali sulla figlia, che
all'epoca aveva dieci anni. I fatti risalgono al 2013 e vennero
denunciati dalla madre della minore. L'uomo, già condannato in
primo grado e in appello è stato quindi rinchiuso nel carcere di
Bollate.(ANSA).