(dell'inviata Claudia Fascia)
(ANSA) - SANREMO, 05 FEB - I modi pacati, la voce che è un
soffio delicato, il sorriso dolce. Marco Mengoni porta la
gentilezza al festival di Sanremo. "Gentilezza e verità, che è
quello che voglio io dalla vita. Essere il meno giudicante
possibile", dice poco prima di salire per la quarta volta nella
sua carriera sul palco dell'Ariston. La prima volta è stata in
gara nel 2010 poi nel 2013, quando vinse con L'Essenziale, e nel
2019 come ospite fisso del festival di Claudio Baglioni con il
compito di aprire la manifestazione con un omaggio a Sergio
Endrigo. "In questi giorni ho pensato al festival del 2013, non
me lo sono goduto abbastanza, avevo solo 24 anni. Ogni volta è
stato diverso - si racconta -. Si cresce, si fanno esperienze,
ed è bello tornare per vedere come ti rapporti con il palco,
quanto riesci a cambiare e a maturare. E' un confronto con te
stesso. E con la tua musica che cresce con te. E si diventa più
coraggiosi, tanto da uscire con un disco influenzato dal soul
dal rhythm and blues, dal gospel". Il riferimento è all'ultimo
suo lavoro Materia (Terra), che gli ha appena regalato il 60/o
disco di platino della sua carriera. All'Ariston ha voluto
continuare a portare questo messaggio. E lo ha fatto, oltre che
con la musica proponendo prima L'Essenziale con un nuovo
arrangiamento e poi Mi fiderò, scegliendo di rileggere, insieme
all'amico Filippo Scotti (l'attore protagonista de E' stata la
mano di Dio di Sorrentino) con il quale ha letto alcuni tweet di
insulti, due articoli della Costituzione: l'art. 3 e l'art. 21.
"Il primo è per le pari dignità per tutti, il secondo è per la
libertà di parola - spiega -. E non è un discorso politico. Non
che ci sia censura, ma vedo tanta libertà di parola e nessun
limite". Spazio anche a Scotti con una poesia del poeta Franco
Arminio. "Mi sono emozionato quando l'abbiamo provata la prima
volta. Anche questo testo ha a che fare con il calmare i toni,
con l'accogliere con delicatezza e comprensione verso l'altro
quello che arriva". Ma Marco si sente capito? "Non sempre. Il
mondo è talmente pregno di cose, siamo tutti qualcosa di unico.
Come ha detto Drusilla, siamo tutti unici, e nell'unicità è
difficile comprendersi, ma bisogna provarci". (ANSA).