"Sono contento che Gino Paoli abbia accettato di essere ospite a Sanremo per questo omaggio. Non fa concerti da almeno tre anni, l'ultimo è stato prima del lockdown. Stasera ci ritroveremo insieme sul palco del teatro Ariston. Sarà una bella emozione dopo tutto questo tempo": a parlare è Danilo Rea, raffinato pianista che con il cantautore ha suonato innumerevoli volte in duo, pianoforte e voce, o in quintetto jazz insieme a Flavio Boltro, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto. Cinque anni dopo l'ultima volta al Festival, Paoli interpreterà alcuni dei suoi successi senza tempo.
"Siamo una coppia collaudata", sorride Rea, ricordando che è la terza volta che partecipa come ospite a Sanremo accompagnando Paoli. La prima fu quando a condurre era Fabio Fazio, la seconda con Claudio Baglioni. Un sodalizio artistico il loro che si traduce in un live unico e che ha prodotto i fortunati dischi 'Due come noi che…' (2012), 'Napoli con amore' (2013) e '3' (2017), dedicato ai capolavori della musica francese. Danilo Rea è inoltre coproduttore, insieme ad Aldo Mercurio, e arrangiatore dell'ultimo lavoro di Paoli 'Appunti di un lungo viaggio' (2019), doppio album che raccoglie i cd 'Canzoni interrotte' con nuovi brani, e 'I Ricordi' con i suoi più noti successi rivisitati insieme a grandi jazzisti e il contributo della Roma Jazz String Orchestra.. "Gino è un grande e qualsiasi nota esca dalla sua bocca è già poesia", sottolinea Danilo. "Tra di noi c'è un grande feeling - spiega - fatto di estemporaneità. Le nostre performance sono ogni volta diverse. Nonostante i tantissimi concerti insieme, nelle note che escono non c'è arrangiamento. C'è in linea di massima un'atmosfera, ma lui si muove come sente, spiega. Uno spirito da jazzista per un artista "disposto a rischiare sempre e comunque", osserva Rea. "Un contatto emotivo forte" come quando, racconta, gli capita di accompagnare al pianoforte Mina, con la quale ha inciso molte canzoni, o Claudio Baglioni o Fiorella Mannoia.
"Sono pochi i cantanti con cui può scattare una cosa del genere", spiega Rea, sottolineando che "canzoni del repertorio di Paoli come 'Senza fine' sono eseguite e apprezzate anche da importanti jazzisti americani. Lo stesso destino di alcuni capolavori di Luigi Tenco". Legato a Paoli da profonda stima e amicizia, il suo compagno di avventure musicali ne traccia con ammirazione il percorso artistico "iniziato con i grandi chansonnier francesi e con gli americani e la musica jazz". Anche qui coglie una somiglianza con la storia di Mina "che fu chiamata da Frank Sinatra per fare un tour con lui", ricorda.
L'autore di canzoni intramontabili come 'Sapore di sale', 'Il cielo in una stanza', 'Una lunga storia d'amore', 'La gatta', 'Senza fine' "è uno di quegli artisti unici, un poeta che quando canta aggiunge l'intonazione alla sua recitazione, un grande chansonnier che rappresenta qualcosa di diverso". Quando, prima di conoscerlo personalmente, Rea vedeva Paoli in tv era colpito "dal suo approccio e anche dal suo look particolare, ma soprattutto dall'emozione che esprimeva", racconta. "Una volta Gino mi disse 'Io e te abbiamo qualcosa di simile: non so se canto bene ma so che quando canto emoziono'", racconta il grande pianista che con l'inconfondibile tocco del suo pianoforte regala ogni volta una veste e una magia diversa ai capolavori di 60 anni di carriera di Paoli. Lo farà anche stasera nel corso della finale del 73/o Festival. Sarà ospite anche Ornella Vanoni, ma al momento in scaletta sono previsti solo due spazi distinti.