Biondissima e sorridente, Levante accoglie gli ospiti nella villa sanremese con vista spettacolare sul mare, in cui soggiorna per il festival di Sanremo. In ballo c'è la gara, dove torna per la seconda volta con Vivo, ma c'è soprattutto da raccontare il nuovo album, Opera Futura che esce il 17 febbraio, e che prende il via proprio dal brano sanremese.
"Vivo è il racconto di una rinascita dopo un momento buio, che per me è stato il post parto - racconta Levante -.
Oscillando tra stati d'animo costantemente opposti di gioia per avere tra le braccia la cosa più importante della tua vita e scoramento perché il corpo dal punto di vista ormonale non risponde più, ho desiderato ritrovare un equilibrio. Al centro del brano c'è l'ambizione di riprendere possesso della propria vita, riappropriarsi di mente e corpo. Gioirne significa potersi sentire ancora magicamente vivi".
Qualcuno, a partire dallo stesso Amadeus, ha voluto leggere in questa voglia di volersi riprendere corpo e mente anche una rivendicazione femminista. "Non voglio mettere la bandierina su niente e non ambisco a che Vivo diventi un inno femminista. Ho parlato di me, ma anche di milioni e milioni di donne che per vergogna o timidezza non ne parlano perché c'è ancora una sorta di tabù per la depressione post parto. In Vivo ho sentito come artista la necessità e la responsabilità di raccontare questo momento". A distanza di un anno oggi "guardo quella ragazza che ha partorito con grandissima tenerezza. E le direi: 'stai tranquilla che si esce da tutto. Ce la si fa'".
La depressione, per altro, quest'anno è entrata prepotentemente nei testi dei brani del festival anche con i Modà e Mr. Rain. "Siamo fuori da una pandemia che ha stroncato l'entusiasmo di molti e fatto rivalutare la vita a tanti altri.
Dal 2020 qualcosa è cambiato in tutti noi. E dato che sul palco salgono artisti che cantano della vita è normale che sia un tema così potente e così presente", sottolinea la cantautrice che aggiunge "non riesco a scrivere cose che non vivo. Non ce la faccio".
La maternità, però, "che è una parola che mi fa venire i brividi, mi ha cambiata e si sente in tutto il nuovo disco. C'è il diventare adulti, anche se poi non so se la maternità vuol dire davvero diventare adulti", è la sua considerazione. Dieci canzoni scritte tra il 2020 e il 2022, che parlano di vita attraverso gli aspetti sensoriali, attraverso il corpo. Che si allontanano dalla dimensione più impalpabile dell'ultimo album Magmamemoria per entrare in una dimensione più carnale. Il dolore descritto è fisico, la gioia è provata sulla pelle. "Era marzo '20, avevo appena fatto Sanremo, ci dicono che dobbiamo star chiusi due settimane e io penso: 'bene, comincio a scrivere qualcosa'. Poi siamo stati chiusi 60 giorni e tutta la mia positività si è un po' arrestata, era però rimasta la speranza".
E forse è proprio per questo che il colore dominante dell'album - per lei che anche nei precedenti quattro lavori si è mossa tra la forza espressiva dei colori - è il verde. In copertina Levante, seduta, tiene in braccio un cigno: "Simbolo di bellezza e leggerezza, perché sconfigge la gravità sentendosi a casa in cielo come in terra e in acqua". L'idea, spiega, le è venuta leggendo una frase di Emily Dickinson: "la speranza è quella cosa piumata", e - aggiunge - "era perfetta".
Durante la serata delle cover si esibirà in "Vivere", brano cult di Vasco Rossi e sarà accompagnata al piano da Renzo Rubino. "Avevo bisogno di avere un amico con me e Renzo lo è. E la scelta di Vasco mi sembrava perfetta perché anche lui parlava del buio e si completa con Vivo". Sanremo, un disco, ma anche l'attività live, con la sua prima Arena di Verona in programma il 27 settembre. "Sarà una festa, e ci saranno anche i miei amici. Il mio sogno sarebbe avere Carmen Consoli, Colapesce Dimartino ed Elodie. E magari dare spazio anche a nomi che non hanno spazio ma che lo meritano come Joan Thiele". E poi il cinema: il 23 febbraio uscirà nelle sale Romantiche di Pilar Fogliati. Oltre a un cameo, Levante ha curato la colonna sonora.
(ANSA).