Tortolì si è fermata questo
pomeriggio per l'ultimo saluto a Mirko Farci, il ragazzo di 19
anni ucciso martedì mattina, per difendere sua madre Paola
Piras, in coma farmacologica in ospedale, dalle coltellate del
suo ex compagno, Masih Shahid, ora rinchiuso nel carcere di
Lanusei. La bara avvolta da una corona di fiori bianchi e dalla
maglia della Juventus, è entrata nella chiesa parrocchiale di
San Giuseppe dove tra i parenti gli amici e i compaesani di
Mirko, il dolore è stato palpabile. In prima fila Lorenzo e
Samuele, fratelli di Mirko, la zia Stefania, la nonna dei
ragazzi e il sindaco di Tortolì Massimo Cannas in fascia
tricolore. Fuori dalla chiesa gli amici e i compagni
dell'Istituto Ianas in cui Mirko tra qualche mese si sarebbe
dovuto diplomare come chef. "Oggi siamo sconquassati dal dolore
e tu Mirko ci stai aiutando a pensare a mobilitare energie a non
sprecare parole - ha detto nella sua omelia il vescovo di Nuoro
e Lanusei Monsignor Antonello Mura - Tu ci hai consegnato un
gesto che rende immortale la tua vita. Il tuo sorriso e la gioia
di vivere che esprimevi ci contagi, l'amore non ha bisogno di
vendette".
"Mentre salutiamo Mirko per l'ultima volta su questa terra ,
con la morte nel cuore abbracciamo idealmente sua mamma Paola,
pregando che in quel lettino di Rianimazione possa percepire
quel vitale fluido di solidarietà che fa vivere - ha proseguito
il vescovo - Siamo accanto a Lorenzo e Samuele defraudati del
loro fratello e riconosciamo che le nostre parole non bastano
per spiegare quanto è avvenuto".
Il feretro è stato accompagnato all'uscita dalla chiesa dagli
applausi dei compagni di Mirko.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA