"Dimenticati dalla politica, ma non è finita qui". È il grido di battaglia degli oltre 150 dipendenti di Air Italy che oggi hanno partecipato alla manifestazione promossa da Ap, Cobas e Usb, alla quale ha aderito anche Anpav. Nel centro di Olbia, in piazza Elena di Gallura, di fronte al municipio, i vertici delle sigle sindacali promotrici hanno puntato il dito contro la politica nazionale.
"Siamo stati completamente abbandonati, nessun ministro è mai intervenuto o ha mai pronunciato il nome di Air Italy - accusano - altre vertenze hanno avuto l'attenzione della politica e della stampa nazionali, la nostra no, sebbene da domani siano per strada 1322 lavoratori".
Oggi scade per tutti la cassa integrazione e, salvo sorprese, tra domani e i prossimi giorni arriveranno le prime lettere di licenziamento, visto il nulla di fatto nell'ultimo vertice nel quale i liquidatori non si sono presentati, non avendo il mandato dell'azienda. L'ultima flebile speranza è appesa a un tentativo diplomatico che vede impegnati il ministro Luigi Di Maio e il suo omologo del Qatar, come ha ribadito ai lavoratori con tutte le prudenze del caso il consigliere regionale Roberto Li Gioi del M5s, unico politico presente alla manifestazione di oggi. Una notizia che era stata data, proprio dopo l'ultimo confronto, anche dall'assessora regionale del Lavoro della Sardegna, Alessandra Zedda, che aveva lanciato un appello accorato al Governo.
"Tutte le altre compagnie aeree italiane sono coperte dalla cassa integrazione per tutto il 2022, la nostra no: come è possibile che non sia una priorità una vertenza che interessa così tante famiglie, con effetti devastanti sul tessuto socio-economico nazionale e dei territori interessati?", si chiedono i sindacati e i lavoratori. "Questa è la seconda compagnia aerea italiana - chiosano - qui si chiude un capitolo ma la battaglia è aperta".
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