Sui fondali del mare di Golfo Aranci, nel nord est della Sardegna, è rinata una piccola foresta marina di Posidonia: 2.500 piante acquatiche messe a dimora per ripristinare 100 mq di fondale verde. Un progetto portato avanti con il patrocinio del Comune e il supporto della Regione Sardegna e della Guardia Costiera, mirato alla salvaguardia della biodoversità. A realizzarlo sono state, utilizando esclusivamente materiali sostenibili e biodegradabili, "zeroCO2", startup italo-guatemalteca che sviluppa attività di riforestazione ad alto impatto sociale, e "Worldrise", onlus attiva per la conservazione e la valorizzazione dell'ambiente marino.
Le operazioni di reimpianto delle talee di Posidonia oceanica recuperate dalle piante sradicate dalle mareggiate, sono state condotte nel corso di una settimana da operatori scientifici subacquei dell'International School for Scientific Diving, partner tecnico-scientifico del progetto. "Spesso quando pensiamo ai problemi ecologici legati al mare ci viene in mente l'inquinamento da plastiche e microplastiche. Purtroppo però l'impronta umana non si ferma qui, l'acidificazione delle acque, la scomparsa della biodiversità e l'innalzamento dei mari ne sono la prova", ha spiegato Andrea Pesce, fondatore di zeroCO2, durante la conferenza di presentazione dei primi risultati del progetto.
"E' tempo di guardare oltre e agire non solo per lo sviluppo sostenibile ma per il ripristino degli ecosistemi.Con il progetto Posidonia vogliamo dimostrare che è possibile, se agiamo insieme, creare valore sul territorio, sensibilizzare e fornire una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità", ha aggiunto Mariasole Bianco, presidente di Worldrise. Il progetto proseguirà per altri tre anni monitorando l'impianto di riforestazione e gli effettivi rigenrativi sull'ecositema.
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