Restano gravi le condizioni dei tre feriti nei due incidenti in barca di ieri nell'arcipelago di La Maddalena, in cui sono morte due persone. Tutti erano usciti per una battuta di pesca. Nel primo incidente, avvenuto alle prime ore del mattino, due cugini maddalenini di 24 e 16 anni sono rimasti feriti dopo essersi schiantati con il loro gommone sugli scogli davanti a Punta Tegge, a La Maddalena. Il più giovane dei due è stato ricoverato all'ospedale di Sassari, nel reparto Rianimazione della Aou, ed è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico. È sedato e intubato in Rianimazione, ed è tenuto in vita dai macchinari. Il 24enne è ricorso alle cure del Pronto soccorso ed è stato dimesso poco dopo.
Nel secondo incidente, avvenuto intorno alle 18, un motoscafo Fisherman è andato a sbattare contro gli scogli davanti all'Isola delle bisce, sotto Caprera. La barca si è ribaltata e i quattro a bordo sono stati sbalzati in mare. Due di loro, Tommy Di Chello, 38 anni, titolare di un'impresa di giardinaggio a Golfo Aranci, e Giacomo Bot, di Napoli, sono morti sul colpo. Bot, 56 anni, era un pescatore sportivo esperto, iscritto al Coni e pluripremiato nelle competizioni internazionali: al campionato mondiale attività marittime-Big-Game per nazioni del 2007 aveva conquistato la medaglia d'argento.
Gli altri due sono rimasti gravemente feriti e dopo un primo ricovero all'ospedale di La Maddalena sono stati trasferiti al Giovanni Paolo II di Olbia con l'elisoccorso del 118. Uno, residente in Campania, è ricoverato nel reparto di Medicina con traumi e fratture varie. L'altro, Carlo Nieddu, di Golfo Aranci, è in condizioni più gravi, ricoverato nel reparto Rianimazione, e dovrebbe essere sottoposto in giornata a un intervento chirurgico.
Le indagini su entrambi gli incidenti sono condotte dalla Guardia Costiera di La Maddalena, coordinate dalla pm Nadia La Femina della Procura di Tempio Pausania, che ha imposto il massimo riserbo sui fatti. Sia il gommone, sia il motoscafo, sono stati recuperati e messi sotto sequestro dalla Procura e sono custoditi presso la Capitaneria.
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