Ogni cinque anni, le circoscrizioni di Palermo costano dieci milioni di euro: cifre stratosferiche ma facilmente verificabili sul sito del Comune, dove sono, in parte, anche scaricabili le delibere e gli ordini del giorno.
Tra rimborsi spese e gettoni di presenza, lo stipendio dei presidenti, dei vice e dei quattordici consiglieri delle otto circoscrizioni del capoluogo siciliano, a volte, supera quello dei presidenti delle partecipate come Amg, Amat e Amap. Tra i più retribuiti, il presidente della prima circoscrizione, Paola Miceli, 74 anni, eletta con 763 voti nel luglio del 2012 che percepisce uno stipendio annuo di circa trenta mila euro. Sulla stessa cifra si assesta anche il presidente della terza, Antonino Santangelo, un odontotecnico che siede anche nei consigli dell'acquedotto consortile del biviere di Monreale e della fondazione Ars Nova della Regione Sicilia. Ad abbassare la media i presidenti della seconda, Antonio Tomaselli, della quarta, Silvio Moncada, e della quinta, Fabio Teresi, che percepiscono un rimborso di circa quindici mila euro annui: quasi la metà, però, di quelli intascati dal presidente della sesta, Michele Maraventano, un appassionato di calcio che ha appeso le scarpette chiodate a 62 anni e che si è distinto nell'attività animalista titolando un articolo "Se i cani avessero diritto di voto", o del presidente della settima, Pietro Gottuso, e dell'ottava, Marco Frasca Polara che non ha ritenuto necessario pubblicare il suo curriculum sul web così come previsto dalle legge sulla trasparenza.
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